Chiusura debole, in prossimità dei minimi intraday, per le Borse europee alla vigilia della riunione della Bce. A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,9% a 23.622 punti, discostandosi leggermente dal Dax di Francoforte (-1,1%), dal Cac 40 di Parigi (-0,7%) e dal Ftse 100 di Londra (-1,1%) mentre l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) contiene meglio le perdite.
Contrastata Wall Street, mentre il cambio euro/dollaro sale sui massimi degli ultimi tre anni avvicinandosi a quota 1,24. Un movimento sostenuto dalle misure protezionistiche di Trump e dalle parole del segretario al Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, che ritiene il deprezzamento del biglietto verde utile per l’economia a stelle e strisce, tramite la riduzione del disavanzo commerciale.
Il Dollar Index, l’indice che traccia l’andamento della valuta americana rispetto alle altre principali divise, scende così per la prima volta dal 2014 sotto quota 90 punti (a 89,1) e il cambio con lo yen si attesta a 109,1. Si rafforza invece la sterlina (GBP/USD a 1,42 e EUR/GBP in calo a 0,872), dopo la rilevazione del tasso di disoccupazione mantenutosi sui livelli minimi dal 1975.
Dall’agenda macro sono giunte indicazioni positive anche sull’economia dell’Eurozona, con i dati sulla produzione manifatturiera in lieve rallentamento ma ancora vigorosi e quelli sul settore terziario in ulteriore crescita rispetto a fine 2017.
La debolezza della moneta americana favorisce l’oro, che si porta sopra i 1.350 dollari l’oncia. Torna sui massimi di tre anni il petrolio con Wti e Brent rispettivamente in area 65 e 70 dollari al barile, dopo i dati settimanali Eia sulle scorte di greggio degli Usa, che hanno evidenziato l’ennesimo calo delle riserve (-1 milione di barili).
Vendite sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp italiano risale all’1,89% mentre lo spread con il Bund tedesco rimane pressoché invariato a 131 punti base.
A Piazza Affari spicca il crollo di STM (-6,3%) penalizzata dal taglio del target price da parte di JP Morgan (da 26 a 23 euro) e dalle stime sotto le attese del colosso americano Texas Instruments per il primo trimestre dell’anno. L’azienda italo-francese dei microchip pubblicherà domani i risultati contabili, così come FCA (-0,7%).
Gli acquisti premiano invece i bancari BPER (+2%) e UBI (+1,2%), che beneficiano anche del giudizio positivo di Kepler. Gli analisti hanno confermato la raccomandazione ‘buy’ per entrambi i titoli con target price rispettivamente pari a 5,4 e 4,6 euro. Poco mossa UNICREDIT (+0,1%) mentre INTESA cede un punto e mezzo percentuale.
In controtendenza anche GENERALI (+1%) e MONCLER (+0,5%), quest’ultima dopo la revisione al rialzo di target price a 31 euro da 27,5 da parte di Jefferies.