In vista un riassetto dell’azionariato di Generali che potrebbe vedere il rafforzamento del peso italiano nella compagnia, arrivando a sfiorare il 25% del capitale.
A tanto ammonterebbe la quota dei soci tricolore qualora la famiglia Benetton, tramite la holding Edizione, portasse al 2% la propria quota nel Leone di Trieste (dallo 0,94% attuale), come indicato da alcuni rumor raccolti da Bloomberg. Tale situazione potrebbe poi subire un’ulteriore modifica, questa volta in discesa, qualora Mediobanca realizzasse la cessione del pacchetto del 3%, operazione che ha dichiarato di voler realizzare entro il 2019, seppur a prezzi non inferiori ai 17 euro.
Ma vediamo da chi è formata la compagine italiana. In prima fila vi è Mediobanca, principale azionista di Generali con una quota del 13,03 per cento. Il secondo maggiore socio è Francesco Gaetano Caltagirone che detiene il 3,55%, segue la Delfin di Leonardo Del Vecchio con il 3,16% e il gruppo De Agostini a cui fa capo l’1,7 per cento. Nel complesso, incluso il 2% potenziale dei Benetton, l’incidenza del nucleo dei principali soci tricolore salirebbe al 23,44 per cento.
L’acquisto di un’ulteriore partecipazione dell’1% in Generali (che agli attuali corsi di Borsa comporterebbe un esborso di circa 250 milioni) da parte della famiglia Benetton è potenzialmente possibile, considerando l’ingente liquidità di cui la holding di riferimento dispone dopo le recenti cessioni finalizzate e pari a circa 1,8 miliardi.
L’investimento in Generali, inoltre, si inquadrerebbe perfettamente nella strategia delineata dal neo Ad di Edizione Holding, Marco Patuano, basata sui seguenti punti cardine: le risorse dovranno essere dirottate in società leader nel proprio settore e con un forte posizionamento internazionale, gestita da un management capace di generare una significativa creazione di valore nel medio/lungo termine.
In merito a quest’ultimo punto, Philippe Donnet, Ceo della compagnia triestina, ieri a margine del Forum di Davos ha sottolineato che, una volta completato il turnaround industriale nell’anno in corso e che finora ha dato ottimi risultati, a fine 2018 sarà varato un nuovo piano industriale che segnerà una nuova fase di espansione e crescita. Le eventuali acquisizioni saranno valutate in base alle opportunità che si presenteranno.
Lo stesso Ad, in un’altra intervista, si è detto convinto che nell’arco di cinque anni la compagnia triestina riuscirà a colmare il gap con i principali competitor europei.
COMMENTO
Il rafforzamento del peso degli azionisti italiani nell’azionariato della compagnia triestina vicino a una soglia del 25% del capitale potrebbe contribuire a creare un nucleo più stabile.
Proprio la presenza di un azionariato molto frammentato ha contribuito a innescare, più volte in passato, manifestazioni di interesse più o meno velate ad acquisire la compagnia triestina da parte di rivali europei come la francese Axa o la tedesca Allianz, nonché da parte di una banca italiana come Intesa Sanpaolo giusto un anno fa. Progetto poi accantonato dall’istituto guidata da Carlo Messina dopo un’attenta valutazione in quanto non corrispondente ai criteri con cui valuta le opzioni di crescita del gruppo.
Dal punto di vista finanziario il titolo presenta un’attraente dividend yield, pari al 5,3% agli attuali corsi di Borsa, che spicca nell’attuale contesto di bassi tassi di interesse. D’altronde l’equity story della compagnia è caratterizzata da un’elevata distribuzione di dividendi in modo costante negli anni.
C’è da evidenziare, inoltre, che le attuali quotazioni del titolo non rispecchiano del tutto le potenzialità che la compagnia può esprimere. Ma il tornaround industriale portato avanti dal management, che si concluderà nell’anno in corso, costituisce un’ottima base di partenza per potersi poi concentrare esclusivamente nell’espansione e nella crescita e, conseguentemente, riflettersi nel re-rating del titolo, come auspicato anche dall’Ad Donnet. Quest’ultimo ha sottolineato alla stampa che “Il mio lavoro è rendere Generali attrattiva per gli investitori”.
Intorno alle 12:30 le azioni segnano un rialzo dello 0,3% a 16,23 euro, un andamento in linea con il Ftse Italia Assicurazioni (+0,6%). La performance è sostenuta anche dall’innalzamento della raccomandazione da ‘market weight’ a ‘overweight’.