Banca Mediolanum punta a diventare la banca di sistema delle Pmi in Italia. A questo scopo lo scorso 22 dicembre è stata annunciata la costituzione di una business unit interna dedicata all’investment banking, di cui è stato nominato responsabile Diego Selva.
È quanto ha sottolineato in un’intervista Massimo Doris, Ad della banca milanese, aggiungendo che il gruppo può sfruttare l’enorme potenziale di raccolta dei Pir per far confluire le risorse necessarie per le piccole e medie aziende dei clienti/imprenditori dell’istituto. Solo nel 2017, Banca Mediolanum ha raccolto 2,4 miliardi tramite questi strumenti, contribuendo al record storico di flussi in fondi e gestioni per 5,8 miliardi. Il 2018 dovrebbe essere ancora migliore.
Inoltre, precisa il Ceo, il gruppo può contare sull’apporto dei family banker presenti in tutta Italia per acquisire nuova clientela e per rafforzare i rapporti con quella esistente.
Parlando dell’assetto azionario, il manager ha ricordato gli ottimi rapporti esistenti con Fininvest (socio della banca con il 30%, di cui il 20% al momento bloccato dopo che Bankitalia ne ha imposto la cessione). Doris, augurandosi che Fininvest possa mantenere invariata la sua quota, ha affermato che qualora alla fine fosse costretta a vendere il proprio 20% la sua famiglia sarebbe disponibile a comprarne un 3 per cento. Inoltre, ci sarebbero anche potenziali investitori istituzionale interessati ad acquistare.
Infine, l’Ad ha fatto presente che Fin.Prog, l’accomandita di famiglia a cui fanno capo buona parte delle azioni di Banca Mediolanum, si trasformerà in spa con la creazione di un patto famigliare con voto capitario, in cui il voto dello stesso Doris avrà valenza doppia. In questo modo si completeranno i passi formali per definire il passaggio generazionale.
Intorno alle 11:15 il titolo sale dello 0,2% a 7,93 euro, mentre il Ftse Italia Servizi Finanziari cede lo 0,4 per cento.