La fusione tra Banco Popolare e Banco Bpm ha compiuto un anno da neppure un mese e Giuseppe Castagna, amministratore delegato della banca di piazza Meda, getta lo sguardo in avanti, spiegando come la banca potrebbe essere tra i protagonisti della prossima fase di consolidamento del settore.
“Il consolidamento continuerà. Ci sono ancora troppe banche universali, in Italia si ridurranno a 4-6 gruppi” osserva Castagna in un’intervista “e noi, che abbiamo fatto esperienza anche dei rapporti con i regolatori, potremmo essere parte di questa nuova tornata di aggregazioni, con banche della nostra stazza. Vedremo a fine piano, a fine 2019, se ne avremo anche la forza”.
Banco Bpm è la prima banca europea nata da una fusione avvenuta sotto la supervisione della Vigilanza europea guidata da Danièle Nouy. Un processo non facile, che ha portato alla richiesta da parte dell’organo europeo di un aumento di capitale da parte di Banco Popolare per un miliardo come condizione preliminare per autorizzare l’operazione.
Nei primi 12 mesi dalla nascita, l’istituto ha mostrato di riuscire a portare avanti con determinazione il piano industriale, che prevedeva la riduzione degli npl per 8 miliardi complessivi entro il 2019 e che potrebbe essere portato a termine in anticipo, il riordino tra le diverse partecipazioni nei settori dell’asset management e assicurativo in cui si erano venuti a trovare diversi doppioni e il passaggio a un unico sistema informatico.
“La fusione ci ha dato un grande vantaggio nella percezione del cliente e nella capacità di concedere credito con più rotondità e servizi a maggiore valore aggiunto”, rileva Castagna.
Intanto alle 10:15 a Piazza Affari i titoli segnano un incremento dell’1,9% a 3,15 euro.