Cattolica Assicurazioni – Roe superiore al 10% nel 2020

Alberto Minali, Amministratore Delegato da otto mesi alla guida di Cattolica, ha presentato oggi nel parterre di Piazza Affari insieme a tutto il management apicale il piano industriale 2018-2020 che verte su una trasformazione non solo economica, ma soprattutto culturale per catapultare il gruppo assicurativo veronese ad essere sempre più protagonista in un mercato in profonda evoluzione.

In estrema sintesi, gli obiettivi fissati di qui a fine piano vedono il raddoppio del risultato operativo ottenuto grazie alla migliore marginalità dei premi in forte crescita rispetto agli attuali, riduzione dell’incidenza dei costi, Roe operativo superiore al 10% che, sulla base di un pay-out ratio tra il 50% e il 60%, si tradurrà in un dividendo superiore ai 50 centesimi per azione.

I tre punti principali su cui si snoda il percorso di una “storia in evoluzione”, come ha tenuto a precisare Minali, vertono su capitale umano, tecnologia e distribuzione.

L’enfasi sul capitale umano, asset principale, nasce dal riconoscimento della forza del gruppo nella valorizzazione delle risorse esistenti attraverso l’utilizzo di un “job market” interno che ha permesso e consentirà di sposare le ambizioni e le competenze dei singoli con le esigenze aziendali e la migliore integrazione con l’inserimento, pressoché terminato, delle figure manageriali di provenienza esterna.

Focus poi sulla tecnologia, indispensabile per definire al meglio le caratteristiche del prodotto rispetto alla domanda espressa o potenziale e non solo e banalmente per migliorare i meccanismi di pricing: il tutto si tradurrà in un’offerta completa di prodotti più semplici e più funzionali per la clientela sia essa rappresentata da consumatori, Pmi o enti religiosi nonché per la sua fidelizzazione.

Integrazione dei canali distributivi tradizionali e nuovi rappresenta l’ultimo dei tre atout su cui punta il nuovo corso di un’azienda con oltre centoventi anni di storia: alle due reti agenziali di tipo più tradizionale (Cattolica e Tua), si affiancheranno gli sportelli del Banco Bpm, i broker e il canale digitale.

Il miglioramento della governance con l’introduzione del sistema monistico e lo snellimento del consiglio di amministrazione, l’apertura della rappresentanza ai soci investitori istituzionali pur nel mantenimento della struttura societaria cooperativa sono passaggi che, se verranno approvati dall’assemblea degli azionisti, organo sovrano del processo decisionale come Minali ha tenuto a sottolineare, costituiranno probabilmente un ulteriore catalizzatore della trasformazione.

Esaminando il piano per singoli punti, il remix di prodotto interessa sia il ramo danni sia vita, con un incremento, per quanto riguarda il primo, verso i prodotti non auto, delle polizze di ramo III (unit e index linked) a maggiore redditività e minor assorbimento di capitale per il secondo. Tutto questo grazie ad un rinnovamento della filosofia distributiva che, al mantenimento della tradizionale rete agenziale, associa la rinegoziazione del contratto integrativo per legare la premialità non tanto alla crescita quantitativa delle polizze, quanto alla redditività delle stesse.

Poi, l’accordo con il Banco Bpm rappresenterà una seconda fondamentale dorsale nello sviluppo tanto del vita che del danni e infine lo sviluppo delle specialty lines attraverso la rete dei broker e la creazione di una Newco riassicurativa per un’espansione che travalichi i limiti geografici nazionali.

Un ultimo accenno al basso livello di indebitamento, vis-à-vis i competitor, che lascia ampia elasticità per il futuro e non ha intaccato il livello di solvibilità superiore al 180% e dovrebbe mantenersi in una forchetta compresa tra 160% e 180% su tutto l’arco coperto dal piano industriale sulla base di uno scenario di variabili macro conservativo e questo sempre sulla base di un meccanismo di calcolo di tipo standardizzato e quindi penalizzante qualora Cattolica non optasse nell’orizzonte considerato per una metodologia di tipo avanzato.