In attesa della presentazione dei conti 2017 e della presentazione del nuovo piano industriale, nei giorni scorsi il top management ha organizzato una serie di incontri con alcuni dei principali azionisti entrati nel capitale al momento dell’Ipo. Tra i vari argomenti affrontati, la politica dei dividendi e la strategia dell’asset management. Riguardo al primo punto, l’Ad Matteo Del Fante aveva confermato un pay-out ratio dell’80% anche per il 2017, mentre in riferimento al secondo aveva fornito chiarimenti lo scorso 18 gennaio in una conference call.
Per Poste Italiane si avvicinano due date importanti: il 19 febbraio, quando saranno comunicati i conti 2017, e il 27 febbraio, quando sarà presentato il nuovo piano industriale.
Secondo rumor di stampa, negli ultimi giorni i vertici del gruppo avrebbero organizzato alcuni incontri con i principali investitori entrati nel capitale al momento della quotazione nel 2015, con i quali avrebbero avuto un confronto sulle strategie future del gruppo. Tra le questioni dibattute, vi sarebbero state anche la politica dei dividendi e la strategia di crescita nell’asset management.
Per quanto riguarda la dividend policy, l’Ad Matteo Del Fante ha già assicurato che per il 2017 il pay-out ratio sarà mantenuto fermo all’80 per cento. Va però ricordato che al 30 settembre l’utile netto era in calo del 10% a 724 milioni rispetto all’anno precedente, per effetto della pulizia di bilancio decisa dal management. Per non deludere gli azionisti, Poste aveva già messo in conto di utilizzare circa 500 milioni (di cui 400 milioni incassati solo nel primo trimestre 2017) di plusvalenze incassate dalla cessione dei titoli di Stato per stabilizzare il dividendo 2017. Per gli anni successivi, invece, non è stato ancora dichiarato nulla, anche se il management avrebbe fornito rassicurazioni sulla sostenibilità della cedola.
In merito alla strategia nell’asset management, proprio nei giorni scorsi il Ceo ha tenuto una conference call con gli analisti chiarendo che l’intesa raggiunta con Anima prevede la scissione parziale degli asset (riferiti alle masse della raccolta assicurative) della controllata BancoPosta, con quest’ultima che resta nel perimetro di Poste, che a sua volta mantiene invariata la quota in Anima al 10% circa. L’accordo precedente prevedeva il conferimento di BancoPosta in Anima, con Poste che sarebbe contestualmente salita al 25% della sgr. Tuttavia, nella partita potrebbe entrare Cdp (azionista di Poste con il 35% e con cui recentemente è stato rinnovato l’accordo di distribuzione sul risparmio postale) che potrebbe essere a sua volta interessata ad acquisire una quota in Anima.
Tornando al piano, dopo la definizione della strategia nell’asset management e in parte di quella nei pagamenti digitali (in attesa di definire come muoversi con Sia), il prossimo passo riguarderà il settore assicurativo, con un particolare focus nel ramo danni, dove punta a crescere stand alone sviluppando competenze ad hoc.
Intorno alle 10:20 a Piazza Affari il titolo viaggia sulla parità a 6,69 euro, una performance in linea con il Ftse Italia Servizi Finanziari (flat).