Utility – Ottava in rosso per il settore (-2,7%), Iren tra i peggiori (-2,2%)

Quarta settimana del 2018 all’insegna della lettera per il Ftse Italia Servizi Pubblici (-2,7%), in scia al rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato del vecchio Continente provocato dall’interpretazione data dai mercati alle dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea e allo stacco cedola di Enel e Snam. Tra il 22 e il 26 gennaio la performance del paniere dei principali titoli italiani del settore utility e delle rinnovabili è stata poi decisamente inferiore a quella del principale indice di piazza Affari, cioè del Ftse Mib (+0,5%), e leggermente peggiore rispetto a quella della Stoxx Europe 600 Utilities (-2,2%).

Ad alimentare le vendite sul Ftse Italia Servizi Pubblici le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, nella giornata di giovedì, interpretate dagli investitori nel senso di una prossima conclusione delle misure ultra-espansive della massa monetaria portate avanti negli ultimi anni. Si comprende, quindi, anche l’aumento dei rendimenti sui governativi europei, con lo yield del Btp a 10 anni che è ritornato intorno al 2 per cento.

Nel segmento delle Big Cap nessun titolo è riuscito a concludere la seduta dello scorso venerdì, cioè del 26 gennaio, su livelli superiori a quelli della chiusura del venerdì precedente, cioè del 19 gennaio. La miglior performance settimanale, anche se negativa, è stata di Italgas (-0,2%), con il gruppo guidato da Paolo Gallo che martedì ha comunicato la positiva conclusione della riapertura da 250 milioni di euro dell’emissione obbligazionaria effettuata in data 18 settembre 2017 (500 milioni di euro, scadenza 18 gennaio 2029 e cedola pari all’1,625%). L’operazione ha fatto registrare una domanda pari a circa 7 volte l’ammontare offerto inizialmente, consentendo l’incremento dell’importo dell’emissione da 100 a 250 milioni. La riapertura ha permesso di migliorare i termini iniziali dell’emissione, con uno spread di 58 bps sul tasso Mid-swap rispetto all’originario 72 bps e quindi con un prezzo di re-offer di 99,94.

Ottava all’insegna della debolezza per A2A (-0,9%) che nella serata di martedì ha reso noto di aver compiuto un importante passo in avanti nella creazione della super-utility lombarda. Nel dettaglio, il gruppo guidato da Luca Valerio Camerano ha annunciato che i consigli di amministrazione della stessa A2A, di Acsm-Agam, di Aspem Varese, di Azienda Energetica Valtellina e Valchiavenna, di Acel service, di Aevv Energie e di Lario Reti Gas hanno dato il proprio via libera al progetto di fusione finalizzato alla creazione di un nuovo gruppo. Progetto che tra fine febbraio e inizio marzo passerà al vaglio finale dei consigli comunali dei circa 100 enti locali coinvolti. La nuova realtà aggregata, che sarà incentrata su Acsm-Agam e sarà consolidata dalla stessa A2A avrà, sulla base dei dati dei bilanci 2016, ricavi pari a 421 milioni di euro, un Ebitda di circa 80 milioni e di circa 30 milioni, con un indebitamento finanziario netto totale di circa 80 milioni.

Saldo settimanale negativo per Snam (-1,6%). L’andamento borsistico registrato dai titoli del gruppo guidato da Marco Alverà ha risentito dello stacco dell’acconto del dividendo 2017, pari a 0,0862 euro, avvenuto nella seduta di lunedì. In assenza di questo evento le quotazioni di Snam avrebbero registrato un saldo complessivo dello 0,5% nelle ultime cinque sedute, anche grazie al buon recupero registrato nella seduta di venerdì sulla scia del report pubblicato la mattina dello stesso giorno dagli analisti di Jp Morgan. Nel dettaglio, lo studio della banca statunitense ha confermato per i titoli del colosso di San Donato un giudizio “Overweight” e aumentato il target price a 4,50 euro dal precedente prezzo obiettivo a 4,40 euro.

Ottava caratterizzata dalla prevalenza della lettera per Enel (-3,9%). La performance borsistica registrata dai titoli del colosso elettrico italiano ha risentito dello stacco dell’acconto del dividendo 2017, pari a 0,105 euro, avvenuto nella seduta di lunedì. In assenza di questo evento la flessione delle quotazioni di Enel sarebbe stata dell’1,9 per cento. Da segnalare che giovedì scorso il gruppo guidato da Francesco Starace ha reso noto di aver siglato un accordo di fornitura di energia con Wynn Las Vegas, in virtù del quale il resort acquisterà l’energia prodotta dal nuovo impianto dello stesso colosso elettrico italiano. Il nuovo parco solare, in costruzione in Nevada, dovrebbe entrare in servizio nella prima metà del 2018 e richiederà un investimento di 40 milioni di dollari statunitensi. Enel inoltre a metà febbraio lancerà l’Offerta pubblica d’acquisto e scambio di Enel Chile (controllata al 60,6%) su Enel Generaciòn Chile, insieme all’aumento di capitale da 3 miliardi di dollari statunitensi lanciato da parte della stessa Enel Chile a fronte del conferimento degli assets di Enel Green Power Latam, il tutto nell’ambito del processo di riorganizzazione in America del Sud.

Nell’ambito delle Mid Cap, l’unico titolo che ha concluso la settimana con il segno più davanti è stato Erg (+0,8%), mentre nel periodo considerato Iren (-2,2%) ha registrato il risultato peggiore. Tra il 22 e il 26 gennaio Hera (-0,4%) ha limitato le perdite, con la multi-utility bolognese che ha ottenuto dalla Banca europea per gli investimenti di un prestito da 110 milioni finalizzato a sostenere il programma di sviluppo per il periodo 2017-2021. Nello specifico, la linea di credito sarà destinata a migliorare ulteriormente le performance dei servizi ambientali di Hera, con particolare riferimento all’incremento dei tassi di raccolta differenziata indicati dagli obiettivi regionali delle aree servite, ma anche quelle di Herambiente. L’operazione consente al gruppo presieduto da Tomasi Tommaso di Vignano di consolidare ulteriormente la propria struttura finanziaria, riducendone ulteriormente il costo. Settimana da dimenticare per Acea (-2%), con i vertici della multi-utility capitolina che oggi partono con il road show per presentare agli investitori di un’emissione obbligazionaria senior unsecured che potrebbe essere strutturata in una tranche a tasso fisso e una a tasso variabile per un importo atteso di 300 milioni.

Tra le società a minore capitalizzazione, cioè le Small Cap, ottava da incorniciare per Acsm-Agam (+3,3%), seguita da Alerion Clean Power (+1,8%). Ricordiamo che il Consiglio di amministrazione del gruppo guidato Josef Gostner ha deliberato di avviare l’analisi di una possibile operazione di aumento del capitale sociale riservata al socio di controllo, Fri-el Green Power. Tira il fiato, invece, TerniEnergia (-1,2%), nonostante la decisione del TAR della Sardegna di sospendere, con due distinte ordinanze, i provvedimenti di revoca delle autorizzazioni relative a due impianti fotovoltaici su serra, entrambe Joint Venture delle quali TerniEnergia detiene il 50% del capitale sociale.