La Compagnia di San Paolo, azionista di Intesa Sanpaolo con l’8,252% del capitale, dispone di ancora 2-3 anni per ridurre tale quota a un terzo del patrimonio totale della fondazione (a fine 2017 il peso è pari al 46%). Il termine, previsto all’inizio ad aprile 2018, è slittato al 2021.
È quanto ha affermato il segretario generali dell’ente, Piero Gastaldo, a margine della presentazione delle linee programmatiche 2018 della fondazione di Torino, sottolineando che “Abbiamo definito con il Mef un approccio graduale con l’obiettivo di ridurre il peso della partecipazione. La nuova scadenza è più lunga di quella sembrava fissata inizialmente. Abbiamo un orizzonte pluriennale di 2-3 anni”.
Gastaldo ha aggiunto che “Nell’ambito dei principi generali del protocollo Acri-Mef del 2015, la Compagnia ha chiesto l’applicazione dei criteri correttivi già previsti per ottenere un allungamento dei tempi, che il ministero ha concesso comunicandolo all’ente all’inizio di quest’anno”.
Lo scorso ottobre, la Compagnia di Sanpaolo aveva venduto una partecipazione pari allo 0,95% del capitale tramite un accelerated bookbuilding.