Carige – Fiorentino: a novembre sfiorata una crisi da liquidità

Carige ha rischiato grosso lo scorso mese di novembre, per una crisi di liquidità. Con un’altra prospettiva oramai, dopo l’operazione di rafforzamento patrimoniale che ha portato nelle casse della banca circa un miliardo, l’amministratore delegato dell’istituto genovese Paolo Fiorentino, svela il critico retroscena per additare la miopia delle richieste della Bce troppo focalizzate sulla solidità patrimoniale, mentre è la liquidità che può mettere in ginocchio un istituto in crisi.

Per Fiorentino la cosiddetta “ossessione patrimoniale” della Vigilanza Bce rischia di essere “una devianza burocratica”. “Lo scorso 17 novembre”, rivela il manager, “è stata una giornata drammatica per Carige: le banche non saltano per il capitale ma per la liquidità e noi abbiamo avuto per ore gli sportelli con i clienti che ritiravano i depositi”.

Intanto a Piazza Affari i titoli Carige segnano un calo dell’1,2% a 0,0084 euro, facendo peggio rispetto all’indice di settore (-0,2%).

Venerdì prossimo 2 febbraio dovrebbe riunirsi il cda dell’istituto dal quale ci si attende una risposta alla lettera del principale socio, Vittorio Malacalza, nella quale ha espresso critiche per i compensi e il ruolo delle banche del consorzio di garanzia.