Banche – Settimana di vendite (-1,9%), tonfo di Creval (-9,1%)

ll Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un ribasso dell’1,9% ma tenendo meglio dell’analogo europeo (-3,3%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-2,7%).

Sul comparto è scattata qualche presa di profitto dopo l’ottimo avvio di 2018, in attesa che questa settimana entri nel vivo la stagione delle trimestrali. Sul settore il sentiment continua a essere positivo. La percezione riferita al breve/medio termine è migliorata, soprattutto sul fronte dei progressi attesi nello smaltimento dei crediti deteriorati. Intanto, l’Eba (European Banking Authority) ha comunicato le ipotesi macro relative ai due scenari, di base e avverso, che saranno alla base degli stress test 2018 su 48 banche europee. In particolare, per lo scenario avverso l’authority europea ha delineato le condizioni più severe rispetto alle precedenti simulazioni.

Nel listino principale scattano i realizzi su tutte le banche dopo l’ottima performance del primo mese dell’anno appena iniziato, con Intesa Sanpaolo che riesce a contenere le perdite sotto il 2 per cento. In merito a quest’ultima, il febbraio sarà alzato il velo sul nuovo piano industriale, definito dal presidente Gian Maria Gros-Pietro “un piano di sviluppo importante”, di cui in punto centrale sarà ancora la riduzione degli npl, con la banca che avrebbe discorsi aperti con un paio di operatori per cedere un pacchetto  di crediti deteriorati e una parte della piattaforma di gestione. In controtendenza Mediobanca (+1,2%), dopo il via libera della Bce all’adozione dei modelli interni per la misurazione del rischio di credito.

Arretra pesantemente Mps (-7,3%), dopo che Credit Suisse e Banca Akros hanno ridotto rispettivamente il prezzo obiettivo a rispettivamente a 3,5 euro e a 4,2 euro.

Nel Mid Cap realizzi sia su Popolare Sondrio (-4,3%) sia su Credem (-3,8%), entrambe comunque reduci da un buon andamento nel primo mese del 2018.

Tra le Small Cap sprofonda Creval (-9,1%), con il mercato che resta in attesa di maggiori dettagli sull’avvio dell’aumento di capitale da 700 milioni, che potrebbe essere anticipato rispetto alla data attesa del 19 febbraio. Nel frattempo, hanno fatto il loro ingresso nel consorzio di garanzia che cureràl’operazione di altre tre banche internazionali dall’elevato standing (Barclays, Credit Suisse e Banco Santander). L’istituto, inoltre, avrebbe in mente di alzare a 2,2 miliardi l’ammontare dei crediti deteriorati da dismettere nei prossimi mesi.

In rosso Carige (-4,5%), il cui board si è riunito venerdì per rispondere alla lettera dell’azionista di maggioranza Vittorio Malacalza in merito alla gestione dell’aumento di capitale da 560 milioni. Sulla questione, intanto, sembra che ci sia già stato un chiarimento tra lo stesso Malacalza e il Ceo Paolo Fiorentino. Intanto,lo stesso Ad in un’intervista ha sottolineato che è stato già individuato un portafoglio di unlikely-to-pay da 500 milioni per i quali ci sono state manifestazioni d’interesse da parte di alcuni operatori, e che nel frattempo si avanti con le cessioni programmate.

In controtendenza Banca Finnat (+1,8%), ancora per merito delle anticipazioni fornite dall’Ad Arturo Nattino sul nuovo piano industriale.