Buon avvio di anno per DeA Capital che ha aperto il 2018 con nuove operazioni finanziarie e con il lancio di nuovi prodotti. Paolo Ceretti, amministratore delegato della stessa, tra i leader negli investimenti alternativi, illustra alla stampa le strategie e le novità del gruppo.
Ceretti sottolinea innanzitutto l’apprezzamento arrivato dall’estero per DeA Capital, che a Piazza Affari capitalizza circa 450 milioni e ha visto incrementare la quota di investitori internazionali grazie alla capacità di generare ritorni.
Tra le novità del 2018 vi è il lancio del fondo Ccr II, dedicato all’investimento in crediti in aziende da ristrutturare, gestito dalla controllata DeA Capital Alternative Funds. Tale fondo è stato lanciato dopo il successo conseguito dal primo (Ccr I) nel giugno 2016, che ha raccolto 300 milioni. I due fondi presentano una caratteristica comune: selezionare le società in tensione finanziaria aventi attività con buone prospettive di crescita.
L’amministratore delegato, inoltre, si auspica che i buoni risultati conseguiti col primo fondo possano ripetersi anche col secondo visto che attraverso il Ccr I si è riuscito a risanare tutte le aziende componenti del fondo, le quali offrivano lavoro a 7 mila persone.
In merito, invece, alla questione degli npl, Ceretti annuncia che a breve sarà lanciato un fondo di crediti deteriorati. Tale fondo avrà un valore di 200 milioni, un sottostante immobiliare secured e il principale azionista sarà il colosso anglosassone Apollo, che deterrà il 90% delle risorse.
Dea Capital è prossima a lanciare un altro veicolo, costituito da fondi di private equity e rivolto a investitori privati.
L’operato di DeA Capital, però, non si fermerà qui, visto che, secondo le parole dell’Ad, il gruppo sta lavorando anche ad un ulteriore fondo di private equity, che dovrebbe vantare le seguenti caratteristiche: un ammontare compreso tra gli 80/150 milioni, investirà in aziende agricole e con durata intorno ai 15 anni.
Infine, dopo aver ottenuto l’ok dalla Banca d’Italia, DeA Capital lancerà il suo primo fondo di private debt per le Pmi italiane, che punta raccogliere tra i 100/150 milioni. Al riguardo, Ceretti si è mostrato fiducioso sul fatto che tale strumento possa portare opportunità interessanti al gruppo, in quanto sottolinea la difficoltà per le banche di finanziare le Pmi nel lungo termine.