Per il gruppo De Agostini (che fa capo alle famiglie Boroli e Drago) la partecipazione pari all’1,7% in Generali fa parte degli investimenti finanziari e non nelle attività che rappresentano il core business. Non è escluso, quindi, che una parte di tale quota possa in futuro essere dismessa qualora di presentasse un’opportunità di investimento, come lo sono state in passato Seat Pagine Gialle e Lottomatica.
Paolo Ceretti, Ad di DeA Capital (di cui De Agostini detiene oltre il 58%), ha fatto il punto, in un’intervista, sugli asset strategici e sull’approccio del gruppo. “Il dna del gruppo rimane industriale ma sappiamo anche essere opportunistici” ha spiegato il manager rilevando che “La quota in Generali è quella che idealmente pareggia il debito della holding”. L’investimento in Generali rientra tra le partecipazioni finanziarie assieme alla quota del 30% nel gruppo Banijay che non è strategico e potrebbe essere ceduto, ma non a breve.
Si ricorda che dal 1° gennaio 2018, nell’ambito della semplificazione societaria del gruppo De Agostini, in seguito alla fusione per incorporazione in De Agostini della DeA Partecipazioni, la quota dell’1,293% di Generali posseduta da quest’ultima farà capo direttamente alla holding. Il gruppo detiene un altro 0,423% del Leone di Trieste tramite la B&D Finance.
La partecipazione nella compagnia triestina è iscritta nel bilancio della ormai ex DeA Partecipazioni a un valore unitario di 15,50 euro, un valore poco al di sotto delle quotazioni odierne. Il titolo intorno alle 11:50 segna un calo dello 0,6% a 15,84 euro.