Ancora vendite sulle Piazze finanziarie internazionali, intimorite dalle prospettive di rialzo dei tassi di interesse. A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dell’1,6% a 22.821 punti, bucando al ribasso la soglia dei 23 mila punti per la prima volta dall’8 gennaio. Perdite consistenti anche per il Cac 40 di Parigi (-1,5%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%) e il Ftse 100 di Londra (-1,5%) mentre il Dax di Francoforte limita i danni a -0,8 per cento.
Anche Wall Street, reduce dalla peggior settimana da circa due anni, ha aperto nuovamente in rosso salvo poi recuperare parzialmente terreno nel corso del pomeriggio. I dati di venerdì sul mercato del lavoro statunitense hanno alimentato le prospettive di una politica monetaria maggiormente restrittiva spingendo il rendimento del T-Bond decennale oltre il 2,8 per cento. Di conseguenza i timori legati a maggiori costi di indebitamento per le aziende hanno contribuito ad innescare i realizzi sui listini americani e internazionali, dopo la cavalcata entusiasmante di inizio anno.
Il tasso sul Treasury resta in area 2,85%, mentre in Europa i governativi recuperano terreno, con gli yield in calo di circa 2-3 punti base. In particolare il rendimento del Bund scende a 0,73 centesimi mentre quello del Btp si posiziona poco sopra il 2%, con uno spread di 128 punti base.
Sul Forex il cambio euro/dollaro arretra in area 1,241 mentre il dollaro/yen si colloca poco sopra quota 110. Nessuno spunto di rilievo dall’intervento di Mario Draghi per la relazione annuale davanti al Parlamento europeo.
Sul fronte macro spiccano i solidi dati di gennaio sul settore terziario dell’Eurozona, con il Pmi servizi sui massimi da agosto 2007 e l’indicatore composito, comprensivo dell’attività manifatturiera, al top da giugno 2006. In calo le vendite al dettaglio di dicembre (-1,1% su base mensile), mentre i Pmi servizi e composito statunitensi hanno confermato le rilevazioni preliminari.
Tra le materie prime l’oro è poco mosso in area 1.335 dollari l’oncia, mentre il petrolio arretra in scia all’incremento degli impianti di trivellazione statunitensi, con Wti e Brent rispettivamente a 65 e 68,2 dollari al barile.
A Piazza Affari soffre ancora LEONARDO (-4,6%), condizionato negativamente anche dal downgrade di Ubs (da buy a neutral) e dal taglio del target price di Barclays (da 12 a 10 euro). Pesante anche FCA (-3,6%) sulla quale pesa in parte l’incertezza legata alla multa che il gruppo dovrà pagare negli Stati Uniti per il caso sulle presunte violazioni delle emissioni diesel.
Sottotono pure CNH (-3,6%), BANCO BPM (-3,6%) ed EXOR (-3,3%). In controtendenza STM (+0,7%) in scia alle news sul deal Broadcomm-Qualcomm. Acquisti anche su UNIPOLSAI (+0,5%), BREMBO (+0,4%) e AZIMUT (+0,4%). In ribasso dell’1% INTESA in attesa dei risultati del 2017 e del nuovo piano che sarà presentato domani.
Fuori dal listino principale balzo di CREVAL (+5%) dopo i risultati migliori delle attese nel quarto trimestre 2017.