Mercati – Vendite diffuse in Europa, Ftse Mib a -1,1%

Intorno alle 12:20 i principali listini europei scambiano ancora in rosso, in scia alle vendite diffuse che hanno colpito stamane Tokyo e venerdì Wall Street, reduce dalla peggior settimana dal gennaio 2016. Il Ftse Mib di Milano cede l’1,1%, sostanzialmente in linea con Dax di Francoforte (-1%), il Cac 40 di Parigi (-1,2%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%) e il Ftse 100 di Londra (-1,3%).

Resta sotto osservazione il comparto obbligazionario, soprattutto negli Stati Uniti dove il rendimento del T-bond è ancora in area 2,85 per cento. In Europa invece i governativi ricuciono in parte lo strappo degli ultimi giorni, con i tassi in calo di circa 2 punti base. In particolare il rendimento del Bund scende a 0,74 centesimi mentre quello del Btp si attesta intorno al 2,02%, con uno spread sostanzialmente invariato a quota 127 punti base.

Sul Forex il dollaro scambia invariato rispetto all’euro (cambio EUR/USD a 1,245) e arretra lievemente nei confronti dello yen (USD/JPY 109,8), dopo le dichiarazioni del primo ministro Shinzo Abe secondo cui la politica della banca centrale giapponese resterà espansiva ancora a lungo, data la difficoltosa ripresa dell’inflazione.

Sul fronte macro spiccano i solidi dati di gennaio sul settore terziario dell’Eurozona, con il Pmi servizi sui massimi da agosto 2007 (58 punti) e l’indicatore composito, comprensivo dell’attività manifatturiera, al top da giugno 2006 (58,8 punti). In calo invece le vendite al dettaglio di dicembre (-1,1% su base mensile). Nel pomeriggio inoltre interverrà il numero uno della Bce, Mario Draghi, per fornire un resoconto annuale al Parlamento europeo.

Tra le materie prime l’oro è poco mosso in area 1.336 dollari l’oncia, mentre il petrolio flette in scia all’incremento degli impianti di trivellazione statunitensi, tornati ai massimi da agosto. Wti e Brent quotano rispettivamente 65,25 e 68,1 dollari al barile.

A Piazza Affari continua a soffrire LEONARDO (-3%), condizionato negativamente anche dal downgrade di Ubs (da buy a neutral) e dal taglio del target price di Barclays (da 12 a 10 euro). Pesante anche PIRELLI (-3,1%), sottotono pure MEDIASET (-2,4%) ed EXOR (-2,45%).

Recupera terreno rispetto all’apertura FCA (-1,1%), su cui pesa in parte l’incertezza legata alla multa che il gruppo dovrà pagare negli Stati Uniti per il caso sulle presunte violazioni delle emissioni diesel. In controtendenza BREMBO (+0,6%), UNIPOLSAI (+0,5%) e POSTE ITALIANE (+0,4%), quest’ultima sostenuta anche dai rumors sul piano industriale in uscita il 27 febbraio.

Resistono alle vendite le utilities, eccetto A2A (-2%), grazie anche alla lieve flessione dei rendimenti sui governativi europei che stornano dopo l’impennata della scorsa settimana.

In ribasso dell’1%, in linea con il mercato, INTESA SANPAOLO che oggi riunisce il Cda per esaminare i risultati del 2017 e in attesa del nuovo piano che sarà presentato domani.