Utility – Ottava ancora in rosso per il settore (-3,9%), pesa il rialzo dei tassi

Seconda settimana consecutiva caratterizzata dalla prevalenza della lettera per il Ftse Italia Servizi Pubblici (-3,9%), che ha concluso le contrattazioni di venerdì pomeriggio a 27.531 punti. Tra il 29 gennaio e il 2 febbraio la performance del paniere dei titoli italiani del settore utility e delle rinnovabili è stata sostanzialmente in linea con quella della Stoxx Europe 600 Utilities (-3,7%), ma decisamente inferiore a quella del principale indice di piazza Affari, cioè del Ftse Mib (-2,7%).

Anche nel periodo in esame le vendite sul Ftse Italia Servizi Pubblici sono state alimentate da un ulteriore incremento dei rendimenti sui titoli di Stato a livello mondiale. Il Treasury statunitense a 10 anni ha terminato la seduta di venerdì con uno yield del 2,84% rispetto al 2,66% della settimana precedente, il Bund a 10 anni è balzato allo 0,765% rispetto allo 0,626% dell’ottava precedente. Più contenuto il rialzo per il Btp di pari durata che ha concluso la giornata di venerdì al 2,04% rispetto al 2% della chiusura del 26 gennaio.

Da segnalare poi che nel pomeriggio di giovedì è circolata nelle sale operativa la notizia che uno dei più grandi hedge funds del mondo, lo statunitense Bridgewater, ha triplicato la propria posizione corta sulle principali Big Cap italiane portandola a circa 3 miliardi di dollari statunitensi dall’investimento iniziale di circa un miliardo di metà ottobre. Nel mirino del fondo sono finiti titoli bancari, assicurativi, qualche industriale e utility. Con riferimento a quest’ultimo settore Bridgewater ha venduto allo scoperto Enel, Snam e Terna.

Passando all’esame dei singoli titoli che compongono il Ftse Italia Servizi Pubblici è necessario premettere che nessuno ha concluso le contrattazioni dello scorso venerdì su livelli superiori a quelli della chiusura del 26 gennaio. Nell’ambito delle Big Cap, Italgas (-2,3%) ha registrato la migliore performance settimanale, con il gruppo guidato da Paolo Gallo che mercoledì scorso ha comunicato di aver perfezionato le acquisizioni dei rami d’azienda di Amalfitana Gas e di AEnergia Reti relativi rispettivamente alle attività di distribuzione del gas naturale in tre ATEM ricadenti in Campania e Basilicata e alla rete di distribuzione a servizio del Comune di Portopalo di Capopassero (Siracusa). Si tratta di due operazioni che erano già state annunciate nell’ultimo bimestre dello scorso anno.

Ottava da dimenticare per Enel (-4,1%). Il colosso elettrico italiano ha reso noto lo scorso lunedì i risultati operativi del 4° trimestre 2017 della controllata Enel Russia. Numeri nel complesso deboli a causa delle più alte temperature medie registrate lo scorso trimestre rispetto allo stesso periodo del 2016, ma anche per la riduzione dei volumi acquistati dalla centrale Sredneuralskaya. Il gruppo guidato da Francesco Starace ha comunicato inoltre martedì l’aggiudicazione della fornitura di 217 MW, tramite la controllata Enel X, di servizi di demand response EnerNOC, in seguito alla prima asta di capacità dell’Irlanda lanciata dai gestori delle reti di trasmissione d’Irlanda e Irlanda del Nord, mentre venerdì è stata annunciata l’acquisizione da parte di Enel Green Power España (controllata spagnola di Endesa) di cinque parchi eolici con una capacità installata totale di circa 132 MW per 178 milioni di euro, con il closing dell’operazione previsto per il primo semestre del 2018.

Nell’ambito delle Mid Cap, Iren (-2,2%) ha limitato le perdite meglio degli altri titoli del segmento in esame. Per quanto concerne il gruppo guidato da Massimiliano Bianco si segnala che giovedì sera è avvenuto il deposito presso il Registro delle imprese di Genova del progetto di scissione di Finanziaria sviluppo utilities (Fsu) con beneficiaria Fct Holding, controllata al 100% dal Comune di Torino. Nel dettaglio Fsu è la società che detiene il 33,3% del capitale di Iren e controllata pariteticamente dal Comune di Torino e da quello di Genova. A seguito della presente operazione, la partecipazione in Iren detenuta da Fsu sarà suddivisa pariteticamente tra la stessa Fsu, ormai rimasta con unico azionista rappresentato dal Comune di Genova, e Fct Holding.

Saldo settimanale negativo anche per Acea (-3,8%), con la multi-utility capitolina che giovedì ha collocato due emissioni obbligazionarie, di cui una da 300 milioni di euro della durata di 5 anni a tasso variabile, e una da 700 milioni della durata di 9 anni e mezzo a tasso fisso, a valere sul programma Euro medium term notes da 3 miliardi. Il prestito obbligazionario, rivolto esclusivamente a investitori istituzionali, ha ricevuto richieste per oltre 2,5 volte l’offerta.

Ottava con la prevalenza del segno meno anche per Hera (-4,2%). Il gruppo presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano ha annunciato martedì scorso l’adesione al CEO Water Mandate, iniziativa del Global Compact delle Nazioni Unite, promossa per accrescere l’impegno delle aziende nella gestione sostenibile della risorsa idrica e comprendente 6 aree tematiche di intervento nel servizio idrico. Per Hera, sul ramo riguardante il servizio idrico sono stati effettuati la maggior parte degli investimenti negli ultimi 5 anni, per una cifra superiore ai 110 milioni di euro annui.

Nell’ambito delle società a minore capitalizzazione, cioè le Small Cap, il titolo che ha registrato la migliore performance settimanale, anche se negativa, è stato Edison (-1,7%). Vendite su TerniEnergia (-5,8%), che martedì scorso ha annunciato, per mezzo della controllata Softeco Sismat, il raggiungimento di un accordo del valore di circa 2 milioni con Caronte & Tourist per lo sviluppo di un progetto di riorganizzazione del terminal portuale di Villa San Giovanni e la realizzazione di un impianto di bigliettazione a Villa Agip e connessa automazione delle procedure di imbarco e di bigliettazione. Mercoledì sera il gruppo guidato da Stefano Neri ha poi annunciato il prolungamento fino al 28 febbraio del termine per la sottoscrizione dell’operazione di cessione di asset fotovoltaici per complessivi 16,8 MW, comportante per il gruppo un’entrata stimata di 16,6 milioni.

Scivolone per K.R. Energy (-11,5%) nel periodo compreso tra il 29 gennaio e il 2 febbraio. Giovedì scorso il gruppo guidato da Luciano Orsini ha reso noto al mercato il dato dell’indebitamento finanziario netto delle attività in esercizio del gruppo al 31 dicembre 2017, in leggero aumento a 28,9 milioni di euro dai 26,7 di fine novembre, mentre l’indebitamento finanziario netto delle attività in corso di dismissione si è attestato a 22,7 milioni, in lieve diminuzione rispetto al dato del mese precedente (22,8 milioni).