Creval – Al lavoro per il lancio dell’aumento di capitale da 700 mln

Archiviato il quarto trimestre 2017 con risultati migliori delle attese, Creval entra in una fase importante per il prossimo futuro.

I vertici dell’istituto valtellinese sono concentrati sul lancio dell’aumento di capitale da 700 milioni che dovrebbe partire il prossimo 19 febbraio, con l’obiettivo di chiuderlo prima delle elezioni fissate per il 4 marzo. Nel frattempo, nei giorni scorsi altre sette banche sono entrate nel consorzio di garanzia che curerà l’operazione, aggiungendosi a Mediobanca e a Citigroup.

La prima linea manageriale è partita per un nuovo roadshow presso gli investitori istituzionali, dopo quello di novembre, che vede come prima tappa Londra per poi proseguire a New York, Parigi, Francoforte e Zurigo.

Per poter avviare l’operazione, sarà comunque necessario il via libera della Consob al prospetto di offerta, di cui sarebbe già stata inviata una bozza alla stessa autorità di vigilanza.

L’aumento di capitale è strettamente legato alla pulizia di bilancio prevista dalla banca nel piano industriale 2018/20. In particolare, è attesa la cessione di 2,1 miliardi di crediti deteriorati. Di questi, 1,6 miliardi verranno dimessi, entro il primo semestre, attraverso una cartolarizzazione con ricorso alle garanzie pubbliche (Gacs) ad un prezzo atteso compreso nel range del 30/35%, mentre i restanti 500 milioni saranno venduti pro-soluto al termine di un processo competitivo nella seconda parte del 2018, ad un prezzo stimato nell’intorno del 20/25 per cento. Inoltre, tra il 2019 e il 2020 si prevede un’ulteriore cessione di un pacchetto di piccolo taglio da 80 milioni. L’ambizioso obiettivo mira a ridurre il rapporto tra crediti problematici lordi e crediti totali al 9,6% nel 2020.

Secondo rumor di stampa, tra i potenziali operatori interessati vi sarebbero Algebris e Fosnpa, che in seguito potrebbero anche aderire all’aumento di capitale.

Inoltre, il gruppo potrebbe cedere Inpegno, società in capo alla controllata Credito Siciliano attiva nel credito su pegno (asset considerato non core). Indiscrezioni di stampa riportano l’interesse della casa d’aste austriaca Dorotheum, che ha già rilevato la stessa attività da Unicredit.

Intorno alle 10:30 il titolo cede il 2,3% a 10,92 euro, mentre l’indice di settore arretra dello 0,3 per cento.