Intesa SP – Conversione obbligatoria delle risparmio in ordinarie

Il consiglio di Intesa Sanpaolo ha approvato la proposta di conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in ordinarie con un concambio fissato in 1,04 ordinarie ogni risparmio. L’operazione dovrà avere il via libera dalle rispettive assemblee e ricevere l’ok dalla Bce. I soci di risparmio dissenzienti avranno diritto al recesso a un prezzo di 2,74 euro. In Borsa le risparmio sono schizzate all’insù del 7,9% a 3,2 euro.

Il cda di Intesa Sanpaolo ha deliberato di sottoporre all’assemblea la proposta di conversione obbligatoria dei titoli di risparmio in ordinari el rapporto di 1,04 azioni ordinarie ogni risparmio e senza alcun conguaglio in denaro.

L’assemblea straordinaria per l’approvazione della conversione delle risparmio, e contestuale eliminazione in statuto dell’indicazione del valore nominale delle azioni, è stata convocata per il 27 aprile a Torino. Stessa data e luogo per l’assemblea degli azionisti di risparmio chiamata ad approvare la conversione che non sarà eseguita in caso non riceva l’assenso.

A Piazza Affari le azioni di risparmio registrano, dopo l’annuncio, un incremento del 7,9% a 3,2 euro, mentre i titoli ordinari guadagnano l’1% a 3,1 euro. Il tutto in controtendenza rispetto all’indice di settore che lascia sul terreno lo 0,8 per cento.

L’operazione darà diritto ai recesso per i soci di risparmio che non approvino l’operazione. La banca si riserva di non procedere alla conversione qualora l’importo da riconoscere loro superi i 400 milioni.

Il valore di liquidazione di ciascuna azione di risparmio in caso di recesso sarà pari a 2,74 euro, corrispondenti alla media aritmetica dei prezzi di chiusura delle azioni di risparmio sul mercato nei sei mesi precedenti la data di pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea speciale degli azionisti di risparmio (6 febbraio 2018).

In ogni caso l’esecuzione dell’operazione è prevista dopo lo stacco del dividendo relativo al 2017 (fissato per il 21 maggio 2018), per cui gli azionisti di risparmio riceveranno la cedola maturata lo scorso anno secondo le regole vigenti prima della conversione.

L’operazione dovrà poi ricevere il via libera dalla Bce per quanto riguarda le modifiche dello statuto, per l’inclusione nel Cet1 delle azioni ordinarie emesse nell’ambito della conversione e per l’eventuale acquisto di azioni proprie della società al termine della procedura di liquidazione dei soci recedenti.

Il rapporto di conversione pari a 1,04 è stato determinato dal cda anche sulla base della relazione di un consulente indipendente e incorpora un premio implicito sul prezzo delle azioni di risparmio pari al 3,4% rispetto all’ultimo prezzo di chiusura di borsa al 5 febbraio 2018; al 3,3% rispetto al prezzo medio dell’ultimo mese; al 4,4% rispetto al prezzo medio degli ultimi 3 mesi.

La conversione, spiega la società in una nota, è finalizzata a razionalizzare e semplificare la struttura del capitale e a semplificare la governance della società, allineando i diritti di tutti gli azionisti. Inoltre, per quanto riguarda i requisiti patrimoniali fissati dalla normativa di vigilanza, il comunicato evidenzia che il valore nominale delle azioni di risparmio – diversamente da quello delle azioni ordinarie – non viene computato nel capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier1), ma viene incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier1); pertanto, assumendo l’integrale conversione delle azioni di risparmio, il Cet1 del gruppo Intesa Sanpaolo registrerebbe – sulla base dei dati al 31 dicembre 2017 e a parità di altre condizioni – un beneficio pari a 18 centesimi di punto. Il beneficio sarebbe pari a 3 centesimi di punto nel caso in cui, l’eventuale esercizio del diritto di recesso, comportasse l’esborso massimo a carico della società previsto tra le condizioni a cui è subordinata l’efficacia della conversione e le azioni ordinarie rivenienti dalla conversione conseguentemente riacquistate dalla società non venissero vendute.