L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha richiesto al gruppo guidato da Matteo Del Fante di apportare alcuni cambiamenti al piano d’investimenti per lo sviluppo della rete di trasmissione elettrica nazionale nei prossimi 10 anni.
Nel dettaglio, l’Arera ha preso in esame il progetto dell’elettrodotto che collegherà la Sardegna, la Corsica e l’Italia e che prevede investimenti complessivi per 700 milioni di euro, di cui 665 milioni a carico dell’Italia e 35 milioni. In particolare, l’organismo presieduto da Guido Bortoni chiede un riequilibrio degli oneri previsti per il sistema elettrico italiano e di considerare anche i contributi europei a deduzione del costo totale.
L’Autorità ha analizzato anche l’ipotesi del cavo tra la Tunisia e l’Italia, la cui realizzazione (prevista nel biennio 2022-2023) comporterebbe a carico della sola Terna un onere di 600 milioni. In questo caso, il regolatore ha proposto di ridurre il costo per il sistema elettrico nazionale e di aumentarlo per i Paesi africani.
È passato ai raggi x dell’Arera poi il progetto del secondo cavo di collegamento con il Montenegro che dovrebbe entrare in esercizio nel 2026, con il primo che invece dovrebbe essere consegnato nel 2019. Il progetto non era presente nell’ultimo business plan di Terna e l’Authority avrebbe chiesto maggiori informazioni.
Con riferimento agli investimenti programmati da Terna negli accumulatori di energia elettrica (cosiddette batterie), l’Authority presieduta da Bortoni ha stabilito che si dovrà attendere il termine della fase di sperimentazione dei 35 MW già installati, con le batterie che dovrebbero essere investimenti riservati agli operatori di mercato, con Terna che dovrebbe intervenire solo in ultima istanza.
Ricordiamo che i vertici del gruppo che gestisce la rete di trasmissione elettrica in Italia presenteranno il nuovo business plan, insieme al piano d’investimenti, il prossimo 22 marzo 2018.