Mercati – A Milano (-1,3%) crolla Recordati, bond ancora sotto pressione

Poco prima delle 16:00 le Borse europee continuano a scambiare in territorio negativo, con perdite di circa un punto percentuale, mentre Wall Street ha aperto in frazionale ribasso. Il Ftse Mib cede l’1,3%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-1,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%), il Cac 40 di Parigi è a -0,9% e il Ftse 100 di Londra a -0,8 per cento.

Nonostante la breve parentesi positiva a metà settimana, sui mercati prevale ancora un clima di incertezza generato dalle prospettive di ripresa dell’inflazione e allentamento degli stimoli monetari, che hanno fatto esplodere la volatilità sui mercati dopo anni di politiche accomodanti da parte delle banche centrali.

Il comparto obbligazionario resta l’osservato speciale, con il rendimento del Treasury statunitense ancora in rialzo di 5 bp al 2,87%, sui massimi di 4 anni, complice anche la debole domanda di bond nell’asta di ieri. Altra impennata generalizzata dei tassi di riferimento anche in Europa, dove il Bund raggiunge lo 0,8% e il Btp si riporta sopra il 2% (spread poco mosso a 121 punti base).

Sul Forex l’euro risale a 1,228 sul dollaro, con la moneta unica volatile dopo le dichiarazioni di Jens Weidmann, secondo cui l’apprezzamento della divisa europea non mette a repentaglio la crescita e non giustifica un prolungamento del Quantitative easing. La coppia dollaro/yen oscilla in area 109,4, mentre la sterlina balza di oltre un punto percentuale su euro (EUR/GBP 0,874) e biglietto verde (GBP/USD 1,404) dopo che la Banca di Inghilterra ha ipotizzato un incremento dei tassi di interesse più rapido delle attese e di quanto comunicato a novembre.

Tra le materie prime il petrolio recupera dai minimi intraday e torna sui valori di ieri, raggiunti in seguito all’inatteso incremento delle riserve americane, con Wti e Brent rispettivamente a 61,9 e 65,3 dollari al barile. In discesa anche l’oro, poco sopra i 1.315 dollari l’oncia.

Segni rossi diffusi a Piazza Affari, dove UNICREDIT (+3,1%) e BANCO BPM (+1,4%) si muovono in controtendenza dopo i risultati. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha registrato nel 2017 un profitto di 5,5 miliardi, ha permesso alla banca il ritorno al pagamento dei dividendi cash, con una cedola di 0,32 euro per azione. Il Banco invece ha mostrato una netta accelerazione del processo di de-risking, annunciando l’incremento del piano di riduzione degli npl da 8 a 13 miliardi.

In frazionale rialzo BPER (+0,2%), e MEDIOBANCA (+0,6%) che riuniscono oggi i Cda per l’approvazione dei dati contabili come UBI (-0,3%). Bene FINECO a +0,9 per cento.

Sprofonda RECORDATI (-5,8%) dopo i risultati che non hanno centrato la guidance sull’utile netto e sul fatturato.

Sottotono anche petroliferi, utilities, BUZZI (-4,4%), STM (-4%) e FERRAGAMO (-3,1%) su cui Kepler Cheuvreux ha abbassato rating (‘reduce’ da ‘hold’) e target price (da 20 a 19 euro).