Mattinata in calo per le Borse europee, all’indomani di un’altra chiusura negativa per Wall Street. Intorno alle 12:40 il Ftse Mib cede l’1,4%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,5%), il Cac 40 di Parigi è a -1% e il Ftse 100 di Londra a -0,9%, mentre i futures su listini americani oscillano sulla parità.
Il sentiment degli investitori continua ad essere influenzato dalla minaccia di una ripresa dell’inflazione e di rialzi dei tassi di interesse meno graduali delle attese, che hanno fatto esplodere la volatilità sui mercati dopo anni di politiche monetarie accomodanti.
In particolare resta sotto osservazione il comparto obbligazionario, dove il rendimento del Treasury statunitense resta al 2,83%, in prossimità dei massimi di 4 anni, complice anche la debole domanda di bond nell’asta di ieri. In Europa il Bund resta stabile allo 0,74%, così come il Btp all’1,94% (spread in area 120 punti base).
Sul Forex il cambio euro/dollaro è in calo a 1,223, con la moneta unica indebolita anche dalle dichiarazioni di Jens Weidmann, secondo cui l’apprezzamento dell’euro non giustifica un prolungamento del Quantitative easing. Poco mossa la sterlina in attesa delle decisioni della Bank of England sui tassi di interesse, mentre la coppia dollaro/yen risale a 109,7 con il biglietto verde sorretto anche dall’accordo tra democratici e repubblicani Usa sul budget.
Tra le materie prime continua la correzione del petrolio dopo l’inatteso incremento delle riserve americane, con Wti e Brent in flessione di mezzo punto percentuale rispettivamente a 61,4 e 65,1 dollari al barile. In discesa anche l’oro, poco sopra i 1.300 dollari l’oncia.
A Piazza Affari UNICREDIT (+2%) e BANCO BPM (+1,6%) viaggiano in controtendenza grazie ai risultati. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha registrato nel 2017 un profitto di 5,5 miliardi, ha permesso alla banca il ritorno al pagamento dei dividendi cash, con una cedola di 0,32 euro per azione. Il Banco invece ha mostrato una netta accelerazione del processo di de-risking, annunciando l’incremento del piano di riduzione degli npl da 8 a 13 miliardi.
Poco mosse BPER (-0,2%), e MEDIOBANCA (+0,3%) che riuniscono oggi i Cda per l’approvazione dei dati contabili come UBI (-0,9%).
Male i petroliferi, in particolare SAIPEM (-3,4%), in scia al ribasso del greggio e le utilities, nuovamente penalizzate dai rendimenti obbligazionari elevati. In fondo al listino pure scivola RECORDATI (-3,3%) dopo i conti.