Bper, nel quarto trimestre 2017, ha registrato un margine di intermediazione pari a 503,6 milioni, un valore in linea a quello dell’analogo periodo del 2016. Un andamento attribuibile alla crescita delle commissioni nette (+9,3% a/a a 196,6 milioni), che ha compensato la riduzione del margine di interesse (-6,9% a/a a 274,1 milioni). Salgono leggermente i costi operativi (+3,3% a/a a 340,4 milioni), mentre diminuiscono significativamente le rettifiche su crediti (-43,8% a/a a 123 milioni). Ne consegue un risultato netto di gestione tornato positivo a 40,2 milioni (contro il rosso di 66,3 milioni del 2016). Il trimestre si chiude con un utile netto di 27,5 milioni (perdita netta di 86,9 milioni nel periodo di confronto), dopo avere contabilizzato proventi straordinari netti per 31,8 milioni riferiti alla contabilizzazione dei benefici fiscali generati dall’acquisizione di Cariferrara.
Nel quarto trimestre 2017, Bper ha realizzato un margine di intermediazione stabile rispetto all’anno precedente e pari a 503,6 milioni. Nel dettaglio, le commissioni nette (+9,3% a/a a 196,6 milioni) hanno beneficiato dell’evoluzione positiva di quelle originate dalla raccolta gestita e dalla bancassurance, mentre sono si sono ridotte quelle relative al business commerciale. Per contro, il margine di interesse ha segnato un calo del 6,9% a/a a 274,1 milioni, scontando la flessione del rendimento dell’attivo e i maggiori interessi passivi relativi all’obbligazione subordinata Tier2 collocata a fine maggio.
I costi operativi sono diminuiti a 340,4 milioni (-3,3% a/a). Nel dettaglio, le spese per il personale sono cresciute a 206,1 milioni (+5,6% a/a) dopo il consolidamento nel perimetro di gruppo della neoacquisita Carife, mentre sono scesi gli altri costi operativi (-14,5% a/a a 134,3 milioni).
Significativa la riduzione delle rettifiche su crediti a 123 milioni (-43,8% a/a), a dimostrazione del miglioramento della qualità dell’attivo. Una dinamica di cui ha beneficiato il risultato netto di gestione, tornato positivo per 40,2 milioni (-66,3 milioni nel quarto trimestre 2016).
Il periodo si chiude con un utile netto di 27,5 milioni (perdita netta di 86,9 milioni nel pari periodo del 2016), dopo avere spesato componenti straordinarie positive nette per 31,8 milioni legate al beneficio fiscale generato dall’acquisizione di Cariferrara, che ha più che assorbito la svalutazione dell’avviamento della stessa banca acquisita.
Dal lato della solidità patrimoniale, il Cet1 a fine dicembre si è attestato al 13,7% rispetto al 13,1% di fine anno 2016.