Credem, nel quarto trimestre 2017, ha riportato un margine d’intermediazione pari a 288,6 milioni (-1,4% a/a). Una dinamica che sconta la contrazione delle commissioni nette (-15,6% a/a a 110,8 milioni), nonostante la crescita del margine di interesse (+11,8% a/a a 143,9 milioni). La gestione ha beneficiato poi della riduzione dei costi operativi (-15,8% a/a a 177,4 milioni) e, nonostante l’aumento delle rettifiche su crediti (+28,5% a/a a 41,1 milioni), il risultato netto di gestione si è fissato a 67,3 milioni (+20,6% a/a). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 40 milioni (+39,1% a/a).
Nel quarto trimestre dell’esercizio 2017, il gruppo Credem ha registrato una flessione del margine di intermediazione a 288,6 milioni (-1,4% a/a). Nel dettaglio, il margine d’interesse è cresciuto dell’11,8% a 143,9 milioni rispetto al pari periodo del 2016, grazie all’aumento degli impieghi alla clientela e alla diminuzione del costo del funding. Per contro, sono scese le commissioni nette (-15,6 a/a a 110,8 milioni), al cui interno la crescita di quelle da gestione ed intermediazione con la clientela non è stata sufficiente a bilanciare la riduzione di quelle connesse ai servizi bancari (anche a causa degli oneri derivanti dalla liquidità in eccesso presso la Bce).
I costi operativi sono scesi a 177,4 milioni (-15,8% a/a). Nel dettaglio, le spese per il personale sono rimaste sostanzialmente stabili a 129,3 milioni nonostante gli investimenti nell’area commerciale, mentre le altre spese operative sono significativamente diminuite (-40% a/a a 48,1 milioni).
Le rettifiche su crediti sono salite a 41,1 milioni (+28,5% a/a), riflettendo la decisione aziendale di innalzare i livelli di copertura.
Tali dinamiche hanno condotto il risultato netto di gestione a 67,3 milioni (+20,6% a/a).
Il trimestre si è chiuso con un utile netto di 40 milioni (+39,1% rispetto al periodo di confronto).
Dal lato della solidità patrimoniale, a fine anno 2017 il Cet1 si è attestato al 13,32 per cento.