Mattinata debole per le Borse del Vecchio Continente, che poco prima di mezzogiorno scambiano ancora in frazionale ribasso. Dopo una breve incursione in territorio positivo, il Ftse Mib è tornato sotto la parità e viaggia in calo dello 0,15 per cento. Il Dax di Francoforte, il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid cedono circa lo 0,3-0,4% e il Ftse 100 di Londra flette dello 0,2 per cento.
Tutto sommato i benchmark europei stanno reagendo in maniera relativamente controllata allo storno di Wall Street e delle Piazze asiatiche, dopo che gli indici americani hanno perso ieri circa il 4% e Tokyo ha archiviato l’ottava con un calo complessivo superiore agli 8 punti percentuali.
Il rialzo dei rendimenti obbligazionari continua a preoccupare gli investitori, con il tasso su lTreasury decennale ancora al 2,86 per cento. Nel Vecchio Continente il Bund rende lo 0,76% e il Btp resta in area 2% (spread 124 punti base).
Sul Forex il cambio euro/dollaro si attesta a 1,226, mentre moneta unica e biglietto verde recuperano terreno sullo yen (EUR/JPY a 133,7 e USD/JPY a 109,1), dopo l’apprezzamento della valuta giapponese nella notte grazie al suo stato di “safe asset”.
Tra le materie prime prosegue la fase correzione del petrolio, con Wti e Brent in flessione rispettivamente a 60,5 e 64,4 dollari al barile, sui timori legati all’incremento della produzione statunitense. Oro poco sopra i 1.315 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, tra le big cap spiccano i rialzi di MEDIOBANCA (+2,3%), MEDIASET (+1,7%) e ATLANTIA (+1,6%). Per quanto riguarda la banca di piazzetta Cuccia, il secondo trimestre si è chiuso con un margine di intermediazione e un utile netto superiori alle attese.
Sempre tra le banche, UBI (+0,1%) ha archiviato il quarto trimestre con una perdita inferiore alle attese e punta a raggiungere un npl ratio sotto il 10% a cavallo tra il 2019 e il 2020, accelerando nell’attività di de-risking.
Poco sotto la parità UNIPOL (-0,2%), penalizzata nei conti dagli oneri straordinari connessi alla ristrutturazione della controllata bancaria.
Scivola in fondo al listino principale RECORDATI (-1,9%), all’indomani dei dati preliminari relativi al 2017 in parte inferiori alle attese del management. Banca Akros ed Equita hanno abbassato il target price rispettivamente a 39,3 (da 41,8) e 34 (da 36) euro.