Finale di ottava in rosso per i listini del Vecchio Continente, che chiudono la settimana con ribassi intorno al 5 per cento.
Nella seduta odierna, il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo dell’1,3% a 22.166 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-1,2%), il Cac 40 di Parigi (-1,4%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%) e il Ftse 100 di Londra (-1,3%). Ad appesantire i listini europei nel finale ha contribuito anche il dietrofront di Wall Street, con gli indici americani che dopo il rimbalzo in avvio hanno annullato i guadagni scivolando sotto la parità.
Sul Forex l’euro/dollaro si attesta a 1,223, mentre il cambio dollaro/yen buca nuovamente al ribasso la soglia di 109 fino a 108,6. In calo la sterlina rispetto a biglietto verde (GBP/USD a 1,38) e moneta unica (EUR/GBP a 0,886) dopo le dichiarazioni del capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier, secondo cui sussistono ancora divergenze sostanziali da risolvere in poco tempo.
Le aspettative di ripresa dell’inflazione e di rialzo dei tassi continuano a sostenere i rendimenti obbligazionari, con il tasso sul Treasury decennale ancora al 2,84 per cento. Nel Vecchio Continente il Bund rende lo 0,75% mentre risalgono i tassi sui governativi dei Paesi periferici, tra cui il Btp che tocca il 2,4% riportando lo spread con il benchmark a 129 punti base.
Tra le materie prime prosegue la fase di correzione del petrolio, che si appresta a chiudere la peggiore settimana da un anno. Wti e Brent cedono il 2,4% rispettivamente a 59,7 e 63,3 dollari al barile, sui minimi da inizio anno, condizionati anche dai timori legati all’incremento della produzione statunitense. Oro in area 1.317 dollari l’oncia.
A Piazza Affari, le vendite investono la maggior parte delle big cap. Sottotono FINECO (-3,9%) e RECORDATI (-3,4%), quest’ultima all’indomani dei dati preliminari relativi al 2017 in parte inferiori alle attese del management. Banca Akros ed Equita hanno abbassato il target price rispettivamente a 39,3 (da 41,8) e 34 (da 36) euro.
In calo anche BANCO BPM (-3,2%) e FCA (-3%), oltre ad energetici e utilities, con ENI a -2% ed ENEL a -1,9 per cento. In cima al listino spiccano invece UNIPOL (+1,1%) e UNIPOLSAI (+1,5%) dopo i conti. Bene anche BANCA GENERALI (+0,9%) e CAMPARI (+0,8%), oltre a MEDIOBANCA (+0,7%) dopo i risultati superiori alle attese.