Il Ftse Italia Servizi Finanziari archivia la settimana con un tonfo del 5,4% e sotto-performando di quasi due punti percentuale l’omologo europeo (-3,6%). Il comparto non ha beneficiato della tenuta del comparto bancario (-0,4%) e si è uniformato al Ftse Mib (-4,5%).
Sui titoli dell’asset management scattano le prese di profitto dopo il rally da inizio anno, con ribassi compresi tra l’1% e il 6 per cento.
Regge meglio l’urto Poste Italiane (-2,2%), a meno di un mese dalla presentazione del nuovo piano strategico che dovrebbe poggiarsi su almeno cinque punti cardine: l’accordo do distribuzione con Cassa Depositi e Prestiti nel risparmio postale, la partnership con Anima nell’asset management, la crescita nel settore dei pagamenti elettronici per cui è stata costituita una business unit ad hoc, il rilancio del business dei pacchi dove alcuni ipotizzano anche l’eventualità di acquisizioni e, infine, l’espansione nel comparto assicurativo danni.
Forti vendite su Exor (-7,8%), in scia all’arretramento delle principali controllate quotate sul listino milanese.
Sprofonda Banca Ifis (-8,5%), dopo che nel quarto trimestre ha riportato un utile netto al di sotto del consensus.
Si mette in luce doBank (+2,6%), anche per merito la conferma del giudizio ‘accumulate’ da parte di Banca Akros con target price a 13,5 euro. Il tutto in attesa dei risultati 2017 che saranno divulgati oggi.
Tra le Small Cap arretra Banca Intermobiliare (-2,8%), il cui board si è riunito venerdì per esaminare in via preliminare i risultati relativi al 2017. In settimana era arrivata la smentita di un possibile ricambio al vertice che sarebbe stato voluto dal neo azionista di maggioranza, il fondo inglese Attestor.