Unipol, nel 2017, ha contabilizzato premi lordi consolidati per 12,3 miliardi (-16,9% rispetto all’anno precedente). L’andamento risente della diminuzione della raccolta vita (-36,8% a 4,4 miliardi) e del lieve incremento di quella danni (+0,7% a/a a 7,9 miliardi). L’anno si è chiuso con una perdita netta di 169 milioni, scontando rettifiche nette per 1 miliardo legate alla ristrutturazione della controllata Unipol Banca.
Nel 2017, la raccolta assicurativa di Unipol a livello consolidato si è attestata a 12,3 miliardi, segnando una contrazione del 16,9% rispetto al pari periodo del 2016. Di questo ammontare, 11,1 miliardi si riferiscono alla controllata UnipolSai.
Nel dettaglio, la raccolta premi riferita al ramo vita è stata pari a 4,4 miliardi (-36,8% rispetto al 2016). La riduzione è ascrivibile in gran parte alla politica commerciale adottata dalla compagnia bolognese, volta a contenere la produzione di polizze tradizionali non particolarmente profittevoli nell’attuale contesto di bassi tassi d’interesse, per focalizzarsi verso un’offerta su prodotti multiramo e linked.
Per quanto riguarda il segmento danni, la raccolta è leggermente salita a 7,9 miliardi (+0,7% a/a). Nello specifico, la flessione del ramo auto (-1,9% a/a a 4,2 miliardi) è stata più che compensata dalla crescita di quello non auto (+39% a 3,7 miliardi ). Il Combined ratio è pari al 96,4%, in crescita rispetto al 95,6% del periodo di confronto.
Il risultato economico del settore bancario è stato negativo per 987 milioni, gravato dall’effetto negativo delle rettifiche connesse alla ristrutturazione della controllata Unipol Banca per 1 miliardo complessivo. In merito a quest’ultima, dallo scorso 1° febbraio è attiva la separazione tra good bank e bad bank (quest’ultima tramite la creazione di UnipolReC in cui sono confluiti i circa 3 miliardi di sofferenze della controllata bancaria).
Negativo il risultato economico del settore immobiliare e delle altre attività per 207 milioni (-150 milioni nel 2016).
Il periodo in esame si chiude con una perdita netta di 169 milioni (535 milioni di utile netto nello stesso periodo del 2016), scontando soprattutto le citate rettifiche. Al netto di queste ultime, il 2017 si sarebbe chiuso con un utile netto di 655 milioni).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Solvency II ratio è pari al 152% (141% a fine 2016), mentre il patrimonio netto si è fissato a 7,5 miliardi (8,1 miliardi al 31 dicembre 2016).