Il cda di Banca Finnat ha comunicato i risultati preliminari del 2017. Il margine di intermediazione è aumentato del 53,5% a/a a 102,3 milioni, una dinamica ascrivibile alla crescita del margine d’interesse (+16,7% a/a a 9 milioni) e dei profitti da trading a 39,9 milioni. L’utile netto si è attestato a 36,3 milioni, in crescita dai 7 milioni del 2016. Il Cet1 consolidato a fine 2016 risulta pari al 32,6 per cento.
Banca Finnat ha archiviato il 2017 con un margine di intermediazione cresciuto del 53,6% annuo a 102,3 milioni. Il miglioramento è imputabile sia alla crescita dei profitti da trading, saliti a 39,9 milioni rispetto ai 4,7 milioni del 2016 che ha beneficiato di maggiori utili
derivanti dalla cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita, sia a quella del margine di interesse a 9 milioni (+16,7% a/a).
Sono risultate in calo le commissioni nette (-1,2% a/a) e gli altri ricavi (-6,6% a/a).
I costi operativi hanno registrato una crescita del 5,3% a/a a 49,2 milioni. In particolare, i costi del personale sono aumentati a 34,7 milioni (+10,2% a/a), mentre si sono riducotti gli altri oneri operativi (-4,7% a/a a 14,5 milioni).
Sono salite le rettifiche su crediti, passando dai 0,2 milioni del 2016 ai 2,3 milioni di fine 2017.
Queste dinamiche hanno portato a un risultato netto di gestione pari a 50,8 milioni, in progresso rispetto ai 19,7 dell’anno precedente.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto consolidato di 36,3 milioni, in aumento dai 7 milioni dell’esercizio 2016, dopo avere contabilizzato imposte per 5 milioni.
Dal lato patrimoniale, a fine dicembre 2017 gli impieghi si sono attestati a 1.723,9 milioni, in aumento rispetto al dato del 2016 pari a 1.722,3 milioni. Aumentano del 10,3% i crediti verso clienti, mentre calano quelli verso le banche da 170,7 milioni del 2016 a 88,2 milioni del 2017.
Diminuisce anche la raccolta complessiva, che passa da 1.532,1 milioni del 2016 a 1.518,8 milioni di fine 2017. In particolare, la raccolta verso clienti si è ridotta dello 0,1% a/a a 1.494,5 milioni. Inoltre, scendono a 22,6 milioni (-5,2% a/a) i titoli in circolazione.