Banche – Partenza positiva (+0,4%) con Intesa SP (+0,7%) e Banco Bpm (+0,7%)

ll Ftse Italia Banche inizia la settimana con un frazionale rialzo dello 0,4% e in linea all’analogo europeo (+1%), supportando anche il Ftse Mib (+0,8%).

Inizio d’ottava, quindi, per il comparto bancario dopo la sostanziale tenuta della settimana scorsa in scia alle buone indicazioni emerse dalle trimestrali pubblicate, soprattutto per quanto riguarda i progressi fatti nel miglioramento della qualità dell’attivo.

Nel listino principale acquisti su Intesa Sanpaolo (+0,7%) il cui presidente Gian Maria Gros-Pietro ha detto di non aspettarsi tempi lunghi per la definizione della trattativa relativa alla piattaforma di servicing con il gruppo scandinavo Intrum Justitia.

Bene anche Unicredit (+0,4%) dopo gli ottimi risultati evidenziati nel quarto trimestre 2017, con diverse case d’investimento che hanno confermato l’indicazione d’acquisto sul titolo.

Buona crescita anche Banco Bpm (+0,7%), il cui Ad Giuseppe Castagna ha dichiarato che potrebbe essere presa in considerazione la cessione di una quota della piattaforma di servicing qualora possa aiutare nel ridurre ulteriormente l’esposizione nei crediti deteriorati.

In luce Mediobanca (+0,8%), ancora in scia agli ottimi conti realizzati nel secondo trimestre 2017/18.

Mps (-5%) si rimangia il guadagno della settimana precedente, dopo che il 2017 ha evidenziato una perdita netta superiore all’anno precedente seppure viziata da componenti straordinarie.

Nel Mid Cap moderata flessione per Popolare Sondrio (-0,6%), il cui direttore generale Mario Alberto Pedranzini ha sottolineato che la banca è pronta a trasformarsi in spa se la Consulta si pronuncerà in tal senso il prossimo 20 marzo. Termina appena sotto la parità, invece, Credem (-0,1%) il cui direttore generale Nazzareno Gregori ha confermato la possibile apertura per un’aggregazione.

Tra le Small Cap tornano le vendite su Creval (-1%) dopo lo scatto della scorsa ottava, i cui vertici si sono detti fiduciosi sulle tempistiche per portare a termine l’aumento di capitale da 700 milioni.

Pesante tonfo per Carige (-5%), dopo che il 2017 ha messo in luce un calo di ricavi e margini, recependo però anche alcune componenti non ricorrenti connesse al piano di rafforzamento patrimoniale implementato dal management.