Il gruppo del lusso parigino ha comunicato i dati relativi all’esercizio 2017 che ha registrato un fatturato consolidato di circa 15,5 miliardi in crescita del 27,2% a cambi costanti e 25% a cambi correnti.
La maison capitanata da François-Henri Pinault ha archiviato il quarto trimestre con una incremento delle vendite più forte delle attese (+30,5% a 3,1 miliardi), spinte dal buon andamento del marchio italiano Gucci.
Come altri gruppi del settore, inclusa la rivale francese LVMH, Kering ha tratto beneficio dalla decisa ripresa della domanda da parte dei consumatori cinesi e anche dalla crescita delle vendite online.
L’aumento dei ricavi nell’arco dei dodici mesi, infatti, è stato sostenuto dallo sviluppo dei mercati emergenti, in particolar moda da quello asiatico dove le vendite sono salite del 32,7% a cambi costanti.
Alla crescita ha contribuito anche il consolidamento dei mercati più maturi come quello nord americano (+22,9%) e quello dell’Europa occidentale (+32,3%).
Analizzando il giro d’affari per settore, risaltano le vendite del comparto del lusso, che comprende noti brand come Gucci, Bottega Veneta e YSL, che hanno superato i 10 miliardi di euro, segnando un progresso del 29,9% a cambi costanti (+27,5% a cambi correnti) rispetto all’esercizio precedente.
Nel dettaglio, il marchio Gucci ha registrato un forte aumento delle vendite, salite del 44,6% a oltre 6 miliardi rispetto al 2016 e di circa il 43% nel solo quarto trimestre. Gli altri due brand di vetrina del gruppo, Bottega Veneta e YSL, hanno segnato uno sviluppo rispettivamente del 2,4% e del 27,3% a cambi costanti.
Positivo anche l’andamento dei marchi minori presenti in portafoglio, con vendite che hanno sfiorato i 2 miliardi, salite del 14% rispetto all’esercizio precedente.
Per quanto riguarda il fatturato generato invece dai brand appartenenti al business dello sport e lifestyle, si registra la crescita di Puma, i cui ricavi annui sono passati da 3,6 a 4,2 miliardi.
Relativamente all’attività “Sport & Lifestyle” il gruppo ha manifestato l’intenzione di ridurre la propria quota del 70% in Puma per concentrarsi così essenzialmente sui brand del lusso.
A metà mattinata il titolo quotato al Cac40 di Parigi perde il 1,13% a 375,7 euro.