ll Ftse Italia Banche chiude con un ribasso del 2% e in linea all’analogo europeo (-1,3%), frenando anche il Ftse Mib (-1,4%).
Sul settore bancario, dunque, scatta qualche presa di profitto dopo avere retto la settimana scorsa e avere cominciato positivamente questa grazie alle buone indicazioni emerse dalle trimestrali pubblicate, soprattutto per quanto riguarda i progressi fatti nel miglioramento della qualità dell’attivo.
Nel listino principale le vendite colpiscono tutti i titoli, con la sola Intesa Sanpaolo che riesce a contenere le perdite all’1 per cento. In leggera controtendenza Mediobanca (flat), nel giorno in cui è circolata l’indiscrezione secondo cui l’istituto milanese sarebbe interessato ad Allianz Bank per una possibile acquisizione nel wealth management.
Nuovo crollo dopo quello di lunedì per Mps (-5,3%), con la performance che risente ancora dei risultati relativi al 2017, che hanno messo in luce una perdita netta superiore all’anno precedente anche se viziata da componenti straordinarie visto che la banca è alle prese con una profonda ristrutturazione. Si segnala che Ubi ha smentito l’interessamento per una possibile integrazione con l’istituto toscano.
Nel Mid Cap bene Popolare Sondrio (+1,1%) dopo che il direttore generale Mario Alberto Pedranzini ha sottolineato che la banca è pronta a trasformarsi in spa se la Consulta si pronuncerà in tal senso il prossimo 20 marzo. Moderato rialzo, invece, per Credem (+0,1%) il cui direttore generale Nazzareno Gregori ha confermato la possibile apertura per un’aggregazione (in particolare nel banking tradizionale).
Tra le Small Cap di nuovo ko Carige (-2,6%) dopo che il 2017 ha messo in luce un calo di ricavi e margini, recependo però anche alcune componenti non ricorrenti legate al piano di rafforzamento patrimoniale implementato dal management.
Nuovo arretramento per Creval (-3%), con il mercato che resta in attesa delle condizioni e delle tempistiche dell’aumento di capitale da 700 milioni.