ll Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,7% e al di sopra dell’analogo europeo (+0,7%), trainando anche il Ftse Mib (+1,8%).
Il settore bancario, quindi, recupera gran parte del rosso di martedì. La recente ondata di trimestrali ha messo in luce i progressi fatti nel miglioramento della qualità dell’attivo da parte degli istituti tricolore.
Nel listino principale in spolvero Banco Bpm (+3,9%) e Bper (+5,2%), la cui performance è stata supportata anche dalla conferma del ‘buy’ da parte di un paio di case d’investimento. In merito alla banca modenese, potrebbe tornare in corsa per rilevare il 40% di Arca Sgr in capo alle ex banche venete ora in liquidazione.
Bene anche Unicredit (+2,8%) e Intesa Sanpaolo (+0,9%), sostenute anche dai recenti giudizi positivi degli analisti dopo gli ottimi conti riportati nel 2017. In luce anche Ubi (+0,7%) su cui Société Generale ha confermato il ‘buy’ pur limando il target price da 5,30 euro a 5,20 euro. In controtendenza Mediobanca (-0,8%), che nella seduta precedente era stata tra quelle che avevano resistito meglio alle vendite in scia alle indiscrezioni su un possibile interesse per Allianz Bank.
Rimbalza Mps (+4,5%), dopo due sedute di passione in scia alla pubblicazione dei risultati 2017. Nel frattempo, la banca toscana avrebbe avanzato la richiesta di rating alle agenzie nell’ambito della cartolarizzazione del portafoglio da 26 miliardi di npl.
Nel Mid Cap si mette in luce Popolare Sondrio (+%) che potrebbe rientrare nella partita per acquistare il 40% di Arca Sgr in partnership con Bper. Gli acquisti premiano anche Credem (+%), il cui direttore generale Nazzareno Gregori ha confermato la possibile apertura per un’aggregazione (in particolare nel banking tradizionale).
Tra le Small Cap torna positiva Carige (+1,4%), sul cui capitale si sarebbero inseriti 2/4 investitori istituzionali che avrebbero accumulato quote attorno al 5 per cento. Si segnala che la banca ligure potrebbe passare, verso fine 2018, sotto l’ambito di vigilanza di Bankitalia e non più sotto il controllo della Bce.
Giornata da dimenticare per Creval (-4,3%), nel giorno in cui si è riunito il cda per decidere le condizione dell’aumento di capitale da 700 milioni che sarà iperdiluitivo, con il mercato in attesa di conoscere soprattutto il prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissione. Intanto, la finanziaria Jefferies avrebbe fatto un passo indietro dal consorzio di garanzia che curerà l’operazione.