Ray Dalio, gestore del fondo Bridgewater, che nello scorso mese di ottobre ha iniziato a scommettere su un ribasso della Borsa italiana, non ha lasciato la presa dopo la recente correzione dell’indice Ftse Mib, ma anzi ha aumentato alcune esposizioni.
Una strategia che il gestore americano ha seguito anche per il resto dei titoli europei su cui ha puntato prevedendo una discesa.
Secondo gli ultimi dati forniti da Bloomberg, il fund manager avrebbe incrementato l’ammontare della propria puntata al ribasso dai 3,2 miliardi del 1° febbraio a circa 22 miliardi di dollari (17,6 miliardi di euro) a metà febbraio. Tra i titoli su cui Dalio ha preso posizioni short vi sono blue chip come Airbus, Siemens e Unilever. Si tratta di azioni di gruppi a larga capitalizzazione che rappresentano l’indice Eurostoxx 50. Il gestore, infatti, segue un approccio più macroeconomico che non di selezione del singolo titolo.
In un post pubblicato da Dalio il 5 febbraio, il gestore, riferendosi ai titoli Usa, spiega che il comportamento dei mercati è quello tipico di fine ciclo, con i ribassi dei mercati generati dal timore di un intervento di rialzo dei tassi da parte della Fed, proprio in seguito alle buone notizie relative alla forte crescita economica e all’incremento dei salari.
Secondo Dalio l’economia Usa si avvicina a un’inversione del ciclo espansivo, ma capire quando esattamente questo possa avvenire non è facile. Anche perché i tagli delle tasse e il prossimo piano di investimenti in infrastrutture, accompagnati dalla grande liquidità presente, hanno l’effetto di dare nuova linfa al sistema.
Che però, inevitabilmente, si avvicina alla massima capacità produttiva. Sarà quindi la Fed a tirare il freno con un rialzo dei tassi che, prima di avere effetti recessivi sull’economia, colpirà i mercati finanziari determinando un ribasso.
Un rialzo dei tassi implica una correzione dei prezzi, visto che il valore dei titoli è calcolato col metodo del discounted cash flow (cioè l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri a un tasso di interesse di mercato).
Nel grafico seguente si riporta l’andamento dell’indice S&P 500 negli ultimi cinque anni.
“Come si vede i recenti cali dei prezzi non si notano neanche in un quadro di lungo termine”, ha commentato Dalio.
Non si sa quale sia la posizione del gestore sui titoli Usa. Ma dalle sue parole sembra di capire che consideri i recenti cali solo l’antipasto di una correzione più significativa, anche se non è detto che sia proprio dietro l’angolo.
Ma vediamo, invece, qual è la strategia del fondo Bridgewater sui titoli italiani, sui quali ha iniziato a scommettere al ribasso a metà ottobre 2017.
Dopo il calo del listino milanese seguente al 2 febbraio, il gestore Usa ha lasciato invariate la maggior parte delle posizioni, incrementando leggermente gli short su solide blue chip come Eni, Enel e Banca Intesa Sanpaolo. Ma come abbiamo spiegato in precedenza, il gestore non analizza la situazione del singolo titolo, ma guarda più i segnali che vengono dalle decisioni di politica monetaria delle banche centrali.
Nella tabella seguente riportiamo le variazioni delle posizioni di Bridgewater dal 2 febbraio al 15 febbraio.
Inoltre, nonostante il recente calo, il listino milanese aveva registrato un rialzo nel mese di gennaio per cui, come si vede dal grafico, dell’indice Ftse Mib è tornato ai livelli di metà ottobre.
Anche gli altri principali fondi che stanno scommettendo al ribasso sui titoli italiani hanno mantenuto le proprie posizioni, con leggere limature. I piccoli incrementi delle posizioni su Banco Bpm dipendono dal nuovo short aperto da due fondi non presenti prima del crollo (Abaco e BlackRock), mentre su Creval ha aperto una posizione Pdt Partners.