Parziale rimbalzo, dopo i cali di ieri, per le Borse del Vecchio Continente mentre Wall Street viaggia contrastata alla riapertura dopo il week end lungo per la festività del Presidents’ Day. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in frazionale rialzo (+0,5%) a 22.673 punti, in linea con il Cac 40 di Parigi (+0,6%) ma arretrato rispetto al Dax di Francoforte (+0,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,9%), mentre il Ftse 100 di Londra termina praticamente invariato. Oltreoceano il Dow Jones cede lo 0,4%, lo S&P 500 è flat e il Nasdaq avanza dello 0,6 per cento.
Gli investitori restano alla ricerca di segnali per interpretare il quadro economico attuale e anticipare le prossime mosse di politica monetaria. In tal senso, una particolare attenzione sarà riservata alle minute relative all’ultima riunione della Fed, che verranno pubblicate domani sera.
Resta sotto osservazione il comparto obbligazionario, dove il rendimento del Treasury statunitense si riporta in area 2,9% in attesa delle aste previste in settimana per un totale di 258 miliardi di dollari. In Europa il tasso sul Btp italiano risale al 2,06%, separato da uno spread con il Bund tedesco in crescita a circa 133 punti base.
Sul Forex il dollaro recupera terreno nei confronti delle altre valute, riportando il cambio con l’euro a 1,234 e risalendo a 107,2 yen. Tra le materie prime l’oro scende sotto i 1.340 dollari l’oncia, penalizzato dal rafforzamento del biglietto verde. Per quanto riguarda le quotazioni del petrolio, il Wti con scadenza a marzo scambia in frazionale rialzo a 61,8 dollari al barile mentre il Brent con consegna ad aprile è in lieve ribasso in area 65,4 dollari.
Con riferimento all’agenda macroeconomica odierna, sono stati diffusi i dati di febbraio relativi all’indice Zew tedesco, migliore delle attese ma in calo a 17,8 punti, e alla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, in diminuzione a 0,1 punti. Intanto gli investitori in Europa si interrogano anche sui risvolti della scelta di Luis De Guindos come vice presidente della Bce, che secondo alcuni sarebbe il preludio all’arrivo del falco Jens Weidmann alla presidenza dell’organo.
Tornando all’azionario, tra le big cap di Piazza Affari acquisti su BUZZI (+3,7%) e su TELECOM ITALIA (+3%). Gli analisti di Bank of America Merril Lynch hanno confermato il ‘buy’ sul gruppo tlc, seppure riducendo il target price a 1,60 euro, a fronte dell’attuale valutazione di 0,72 euro, in attesa del piano industriale che verrà presentato il 6 marzo.
Accelera nel pomeriggio e chiude a +2,6% STM, in scia al rilancio del produttore statunitense di chip Qualcomm sull’olandese Nxp, con un’offerta da 44 miliardi di dollari. In evidenza CNH (+2,6%), acquisti su POSTE ITALIANE (+1,7%) all’indomani dei risultati preliminari relativi al 2017 che hanno evidenziato un aumento dell’utile netto dell’11% a 689 milioni. Il board ha proposto la distribuzione di un dividendo per azione di 0,42 euro (+7,7% rispetto all’anno precedente).
Tra i bancari, ancora in luce BANCO BPM (+1,2%) dopo l’approvazione dei modelli interni. Deboli le utilities, eccetto TERNA (+0,1%) dopo i risultati preliminari del quarto trimestre che mostrano un Ebitda e un indebitamento migliori delle attese. Sottotono PIRELLI (-1,4%) e RECORDATI (-2,2%).