Banche – Ottava no (-1,7%), in controtendenza Banco Bpm (+3,9%) e Carige (+11%)

ll Ftse Italia Banche chiude la settimana con un rosso dell’1,7% e al di sotto dell’analogo europeo (-0,1%), frenando anche il Ftse Mib (-0,6%).

Ottava di vendite, dunque, per il comparto bancario che potrebbe avere risentito delle dichiarazioni del presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, il quale ha affermato di prepararsi al peggio qualora dalle elezioni italiane del prossimo 4 marzo non esca una maggioranza sufficiente per governare. Eventualità che potrebbe provocare una reazione negativa dei mercati finanziari. Parole poi parzialmente rientrate.

L’attenzione degli investitori, comunque, resta focalizzata sui provvedimenti che saranno divulgati a metà marzo dalla Commissione Europea e dalla Bce per la gestione dei crediti deteriorati. Secondo le ultime indiscrezioni in riferimento alla bozza a cui sta lavorando la Commissione, la proposta prevede una progressione crescente delle coperture per tutte e due le categorie di crediti deteriorati, garantiti e chirografari. In particolare, la bozza dovrebbe prevedere una svalutazione integrale in 8 anni per i primi e in 2 anni per i secondi.

Nel listino principali le prese di profitto colpiscono quasi tutti i titoli. Chiude in controtendenza Banco Bpm (+3,9%), che beneficia anche della conferma dell’indicazione di acquisto da parte di alcuni broker. La performance è sostenuta ancora dal via libera ricevuto dalla Bce all’utilizzo dei modelli interni avanzati per la misurazione del rischio di credito a livello consolidato, che determinerà un incremento del Cet1 stimato in 80 pb.

Gli acquisti premiano Bper (+1,2%), grazie anche al mantenimento del ‘buy’ da parte di alcuni broker. ll board della manca modenese dovrebbe approvare, tra il 7 e l’8 marzo, la lista di maggioranza da presentare in vista dell’assemblea degli azionisti che dovrà rinnovare lo stesso cda. Sarebbe il primo rinnovo dopo la trasformazione in spa.

Tiene Ubi (+0,4%), sostenuta anche dalla conferma dei giudizi positivi di alcuni analisti che consigliano di acquistare il titolo.

Ottava da dimenticare per Mps (-9,6%), la cui performance  risente ancora dei risultati riportati nel 2017 che hanno evidenziato un rosso superiore all’anno precedente anche se viziato da componenti straordinarie visto che la banca è nel mezzo di una profonda ristrutturazione.

Nel Mid Cap tiene botta Popolare Sondrio (+0,8%) che nella prossima assemblea di aprile rinnoverà parzialmente il board riesce a limitare le perdite sotto la parità, mentre su Credem (-1,3%) scatta qualche realizzo. La banca emiliana intende ampliare la base di raccolta per via organica, non tralasciando però un’eventuale opportunità di aggregazione.

Tra le Small Cap arretra pesantemente Creval (-7,6%) nella settimana in cui è partito l’aumento di capitale da 700 milioni. Sull’ottovolante il prezzo dei diritti di opzione. Nel frattempo, la banca ha siglato accordi con Credito Fondiario, Algebris e Dorotheum nell’ambito del de-risking e della valorizzazione degli asset non core previsti dal piano industriale. Complessivamente, le misure implementate porteranno ad un rafforzamento patrimoniale di poco oltre 800 milioni. Si segnala, infine, che i tre operatori sopra citati hanno siglato un accordo di sub-garanzia per 55 milioni con il consorzio che sta curando l’aumento. Inoltre, il management continua a sondare la disponibilità di nuovi investitori istituzionali a partecipare all’operazione.

Rimbalza Carige (+11%), con il mercato che comincia a nutrire ottimismo sul rilancio della banca dopo la riuscita dell’aumento di capitale, come dimostrato dal recente ingresso del finanziere Raffaele Mincione con una quota di oltre il 5 per cento. Tuttavia, secondo gli ultimi rumor, la Bce sarebbe tornata a fare pressioni sull’istituto genovese sul recupero della redditività.