BB Biotech, dopo aver archiviato un 2017 decisamente positivo che ha visto un ritorno all’utile in scia in particolare alle importanti operazioni che hanno interessato alcune partecipate, entra in un 2018 interessante alla luce delle attese sui dati clinici che verranno diffusi nei prossimi mesi e delle future approvazioni di farmaci. Il tutto in presenza di un efficace processo di investimento portato avanti da un team di standing elevato nella valutazione del know-how scientifico.
- Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech, delinea le priorità strategiche
- Le tappe del processo di investimento
- I driver degli investimenti
- Il biotech Usa nell’era Trump
- I risultati dell’esercizio 2017
- Una politica dei dividendi pienamente sostenibile
- La leva finanziaria di BB Biotech
- Un interessante scenario nei prossimi mesi
- Borsa – Il mercato premia le scelte strategiche
- Analisti
La holding svizzera entra in un 2018 promettente, alla luce delle interessanti prospettive sotto il profilo dei dati clinici che verranno diffusi e delle prossime approvazioni di prodotti.
Il tutto dopo aver archiviato un 2017 che ha visto il ritorno all’utile beneficiando, come affermato dal Dr. Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech, degli effetti derivanti da operazioni che hanno interessato società in portafoglio.
Operazioni quali le acquisizioni di Actelion e Kite Pharma da parte rispettivamente di Johnson & Johnson e di Gilead.
Strategie, quelle di BB Biotech, apprezzate sia dagli analisti, che si esprimono positivamente sul titolo, sia dalla Borsa. Infatti, nel 2017 il rendimento totale delle azioni della società è stato positivo per il 13,1% in euro e il 23,1% in Chf, in scia alla solida performance delle società in portafoglio.
Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech, delinea le priorità strategiche
“Raddoppiare il valore delle azioni nell’arco di quattro anni pur salvaguardando un approccio fondamentale, conservativo e mantenendo il portafoglio concentrato su 4-8 partecipazioni principali e 15-25 minori ma con elevata potenzialità di sviluppo”.
“Il tutto perseguendo sempre un obiettivo di rendimento complessivo del 15% su un orizzonte temporale di medio-lungo termine e salvaguardando la politica di investimenti basata in modo stretto e serrato sulla logica dei fondamentali”.
Sono queste le priorità strategiche che caratterizzano da sempre le scelte di BB Biotech sottolineate da Daniel Koller, responsabile del team di gestione della holding di Sciaffusa, anche se “è opportuno però considerare sempre il contesto politico-economico nel quale ci troviamo”.
“Pertanto, in tale ottica BB Biotech punta a investire nell’innovazione e in tecnologie all’avanguardia”, prosegue Koller, “in quanto una terapia innovativa determina molteplici vantaggi in termini sia di benefici per i pazienti sia di minori costi sostenuti dal sistema sanitario. Da ciò l’importanza del tema della farmaco-economia”.
Le tappe del processo di investimento
Il processo di investimento della holding elvetica si articola in quattro fasi principali.
La prima tappa è caratterizzata dalla ricerca da parte del team di gestione del portafoglio di ambiti terapeutici, nei quali sono stati conseguiti progressi significativi e sviluppate tecnologie particolarmente promettenti.
La seconda fase è rappresentata dalla due diligence, nella quale l’attenzione viene spostata dai temi d’investimento alle singole aziende e ai relativi prodotti, focalizzandosi in particolare anche sui vantaggi potenziali offerti da un farmaco ai pazienti nonché al suo impatto sotto il profilo dell’economia sanitaria.
Nella terza fase l’analista sviluppa un piano d’investimento dettagliato, che sarà poi presentato al Cda e, in caso di parere favorevole, i gestori di portafoglio provvederanno a costituirne la posizione.
Il portafoglio target è costituito da 20-35 posizioni, differenziato sotto il profilo delle tipologie di società, patologie trattate e capitalizzazione, puntando a raggiungere, come sopra evidenziato, un obiettivo di reddito medio annuo del 15%.
L’ultima, ma non meno importante fase del processo d’investimento, è costituita dal monitoraggio e dalla gestione del rischio con cui BB Biotech controlla in dettaglio gli sviluppi dei principi attivi candidati all’approvazione, nonché i nuovi dati clinici presentati dalle aziende in questione. Il tutto verificando sempre la validità delle ragioni che hanno portato all’investimento.
I driver degli investimenti
Sul processo di investimento Koller sottolinea che “in un contesto sempre più sensibile al pricing, è necessario, durante la selezione, effettuare un’analisi approfondita sul value based pricing di un farmaco che può essere potenzialmente approvato. E proprio per questo motivo, abbiamo iniziato già da qualche anno a investire anche in ‘lower price high / volume markets’, in un’ottica di de-risking per il nostro portafoglio”.
E prosegue sull’argomento “continueremo però ad investire come, solitamente avviene, in aziende biotech quotate, caratterizzate da una forte crescita nonché da un’elevata redditività”, sottolineando inoltre che “la maggior parte delle nostre partecipazioni è già presente sul mercato con farmaci di successo, o dispone di promettenti farmaci in fase di sviluppo clinico”.
Il biotech Usa nell’era Trump
“Le nostre scelte di investimento nel settore biotech statunitense rimangono immutate” afferma Koller, “alla luce non solo del contenuto dei white papers pubblicati ma anche dell’impatto sul budget 2019 e delle considerazioni in tema di pricing e copayment, elemento quest’ultimo inteso come la quota corrisposta dal paziente alla compagnia assicurativa per un farmaco.
Sul tema poi dei generici, Koller evidenzia “l’assenza di particolari effetti sulle scelte di portafoglio, in quanto la concorrenza è opportuna non solo nel caso dei farmaci tradizionali, ma anche nel biotecnologico” e afferma che “una crescente trasparenza rappresenta un fattore positivo per il settore”.
I risultati dell’esercizio 2017
La holding di Sciaffusa archivia l’esercizio 2017 con un utile netto di 688 milioni di Chf, contro una perdita netta di 802 milioni di Chf realizzata nel 2016.
“Risultato”, afferma Koller, “che riflette i benefici derivanti dalle acquisizioni di Actelion e Kite Pharma da parte rispettivamente di Johnson & Johnson e di Gilead.
Il Nav è invece cresciuto del 23,4% in Chf, del 12,5% in euro e del 29,2% in Usd.
Prosegue Koller “se da un lato, durante l’anno, le small e le mid cap hanno evidenziato performance positive in scia soprattutto alle innovazioni da esse prodotte, dall’altro le large cap, che hanno puntato maggiormente sulle acquisizioni, hanno mostrato andamenti più deboli rispetto al resto del portafoglio o dell’indice di riferimento.
“Un trend” conclude Koller, “che sembra inoltre confermarsi anche nell’anno corrente, con le performance positive registrate dalle small e mid cap”.
Una politica dei dividendi pienamente sostenibile
Il Cda ha proposto all’assemblea generale il pagamento di un dividendo ordinario di 3,30 Chf per azione.
Una politica di remunerazione degli azionisti in linea con quella degli anni precedenti a partire dal 2013, che garantisce un rendimento del 5% sul corso medio ponderato per i volumi dell’azione nel mese di dicembre 2017, per un esborso complessivo di 180 milioni di Chf.
Una politica di dividendi inoltre pienamente sostenibile, sottolinea Koller “grazie al cash flow di 160 milioni di Chf derivante dall’acquisizione di Juno Therapeutics da parte di Celgene, due società incluse nel nostro portafoglio partecipazioni”.
Ricordiamo che Juno Therapeutics, è attiva, come Kite Pharma e Novartis, nel campo delle innovative terapie di tipo Car-T, utili per il trattamento genico del cancro.
La leva finanziaria di BB Biotech
“Quest’anno” afferma Koller, “l’operazione Celgene-Juno ci consente di ottenere, come già affermato, un certo cashflow”.
E prosegue “alla luce della correzione dei mercati abbiamo ricreato un po’ di leva, che crescerà quando pagheremo il dividendo a metà marzo”.
Uno strumento che ci consente di raggiungere un’importante flessibilità negli investimenti e di assumere posizioni di medio lungo termine anche in presenza di correzioni che riteniamo troppo forti e troppo veloci.
E sul tema investimenti Koller sottolinea che “abbiamo realizzato per la prima volta un investimento in una società privata, Moderna Therapeutics, e siamo sempre alla ricerca di nuovi titoli su cui investire.
E aggiunge “ciò rappresenta un buona opportunità dal punto di vista della leva, senza avere pertanto l’obbligo di vendere titoli quando il settore e il mercato sono sotto pressione. La leva negli ultimi due anni ha avuto sempre una posizione ridotta in cash fino a un mid to high single digit, che rappresenta anche il livello attuale. Una nostra regola di investimento prevede di muoversi da un 5% di cash fino a un 15% di leva”.
Un interessante scenario nei prossimi mesi
“Abbiamo assistito recentemente”, premette Koller, “a una correzione nel bond market in presenza di aspettative sui tassi di interesse cresciute molto più rapidamente del previsto. E ciò si è riflesso sui titoli”.
E prosegue “dal punto di vista dei fondamentali l’anno scorso si è registrato un record di 46 nuovi farmaci approvati e il 2018 è iniziato molto positivamente con altre approvazioni. Per quanto riguarda invece il nostro portafoglio confermiamo i target annunciati, ovvero 10-12 nuove approvazioni e oggi siamo in linea per il raggiungimento di tale obiettivo.
“Inoltre, sono attesi dati clinici da parte di Novo Nordisk, Alexion, Esperion e Incyte. In particolare, da quest’ultima sono attesi dati molto importanti su Epacadostat, farmaco che si combina con gli anticorpi”.
“Tali dati sono sempre alla base delle nostre aspettative circa le future approvazioni e prevediamo che essi avranno un impatto molto importante sui titoli, in quanto si tratta di prodotti capaci di generare un fatturato potenziale di miliardi di dollari.
“Infine” conclude sull’argomento “ci sono poi i farmaci che sono attualmente in fase di lancio sul mercato. Dati sulle vendite positivi e sopra le attese sostengono la performance dei titoli”.
Borsa – Il mercato premia le scelte strategiche
Bb Biotech ha chiuso la settimana con un lieve rialzo (+0,2%) rispetto ai corrispondenti valori del 16 febbraio, portandosi a 60,20 euro. Un titolo in grado di attrarre l’attenzione degli operatori, alla luce non solo delle interessanti prospettive offerte dal settore biotech, ma anche dell’efficacia che da sempre caratterizza il processo di investimento portato avanti dalla holding svizzera.
Nel quarto trimestre 2017 le azioni della società hanno evidenziato un calo del 2,3% in euro (-0,8% in Chf), sovraperformando però l’indice settoriale di riferimento, il Nasdaq Biotech Index, che nel periodo ha registrato un -5,3 per cento. E’ doveroso segnalare che l’ultimo scorcio del 2017 è stato caratterizzato da una certa volatilità delle società biotech a grande capitalizzazione, che ha comportato una significativa svalutazione a breve termine.
Nell’anno 2017 il rendimento totale delle azioni della società è stato positivo per il 13,1% in euro e il 23,1% in Chf, in scia alla solida performance delle società in portafoglio. Si segnala che il rafforzamento dell’euro sul dollaro ha gravato in particolar modo sulla performance in euro.
Analisti
Julius Bär indica la raccomandazione di acquisto e alza il target price a 72,50 Chf dal precedente 72 Chf, in quanto si attende un recupero del biotech, grazie ai progressi della pipeline e delle operazioni di M&A e ritiene che BB Biotech presenti un livello di esposizione al rischio a tale segmento inferiore rispetto agli investimenti in un singolo titolo azionario.
Oddo Seydler mantiene sia il neutral sia il prezzo obiettivo di 63 euro. Ciò alla luce, da un lato delle attese nel 2018 di ulteriori approvazioni di farmaci e del raggiungimento di nuovi traguardi, sia a livello di settore biotech sia di società in portafoglio della holding svizzera, dall’altro delle incertezze legate allo US Affordable Care Act.
Edison sottolinea che “il portafoglio è globale e diversificato per capitalizzazione di mercato, sebbene vi sia una preferenza per realtà che stanno già generando vendite e utili sopra la media” aggiungendo che “nonostante il fondo possa essere esposto a flessioni nel breve termine, evidenzia una performance record, con un Nav salito del 270% in cinque anni e la sovraperformance sia del Nav stesso sia del titolo rispetto al benchmark Nasdaq Biotech Index.