Il gruppo della Bicocca ha archiviato lo scorso esercizio con risultati che hanno confermato la strategia che punta sullo sviluppo del segmento High Value. I ricavi sono cresciuti del 7,6% a circa 5,3 miliardi e l’Ebit adjusted ante costi di stat-up del 9,8% a 927 milioni, con il miglior price/mix che ha più che compensato l’incremento dei costi delle materie prime. L’utile netto delle attività di funzionamento è balzato di oltre il 60% a 263 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto è diminuito di circa 1,7 miliardi a 3,2 miliardi. Comunicati inoltre i target 2018.
Pirelli ha chiuso lo scorso esercizio con risultati sostanzialmente in linea alle attese e con il percorso delineato dal piano industriale 2017-2020. Nel dettaglio, i ricavi sono aumentati del 7,6% a 5.352 milioni, mentre la crescita organica è stata pari al 7,9% escludendo l’impatto dei cambi (-0,7%) e il consolidamento di Jiaozou Aeolus Car (+0,4%).
La minor crescita rispetto al target 2017 di +9% è imputabile principalmente all’effetto cambi negativo e a un’accelerazione nella riduzione dell’esposizione sul segmento standard a vantaggio di quello High Value. Quest’ultimo ha segnato un aumento del fatturato dell’11,8% a 3.078 milioni, portando l’incidenza complessiva al 57,5% rispetto al 55,3% del 2016.
I volumi complessivi sono aumentati dell’1%, frutto del +12,5% del segmento High Value e delle flessione del 5,3% di quello standard per effetto della strategia di progressiva riduzione sul segmento meno profittevole.
A livello geografico, l’Europa ha segnato un +6,9% a 2.238 milioni (+7,5% la variazione organica), l’area Nafta un +5,3% a 984 milioni (+7,4% organico), l’area Apac un +13,1% a 806 milioni (+14,3% organico) e il Latam un +11,1% a 916 milioni (+7,4% organico), mentre la Russia ha registrato una flessione del 2,1% a 160 milioni (-14,6% organico) principalmente per effetto della strategia di focalizzazione sui segmenti più profittevoli con la riduzione delle vendite dei prodotti di marca non Pirelli.
Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda adjusted ante costi di start-up è aumentato dell’8,6% a 1.175,1 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 22% (+20 basis points). L’Ebit adjusted ante costi di start up, invece, è cresciuto del 9,8% a 927 milioni e la relativa marginalità al 17,3% (+40 basis points), con il contributo dell’High Value salito all’83% del totale dall’81% nel 2016. Tale risultato ha beneficiato del miglioramento del price/mix che ha più che compensato l’incremento del costo delle materie prime, i maggiori ammortamenti e gli altri costi legati allo sviluppo del business.
L’utile netto delle attività di funzionamento è balzato di oltre il 60% a 263 milioni, anche grazie a minori oneri finanziari netti per via della riduzione del costo del debito. Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è sceso di circa 1,7 miliardi a 3,2 miliardi, anche grazie all’aumento di capitale da circa 1,2 miliardi perfezionato nello scorso mese di giugno. Il rapporto netdebt/ebitda adjusted ante costi di start-up è sceso a 2,7 volte (inferiore a 3 volte il target 2017) rispetto a 4,6 volte al 31 dicembre 2016.
Pirelli ha inoltre comunicato i target 2018, che evidenziano ricavi in crescita del 6% (+10% a parità di cambi), rispetto al +7% previsto dal consensus, con un peso crescente della componente High Value pari al 60% del fatturato complessivo.
L’Ebit adjusted ante costi di start-up è atteso superiore a 1 miliardo, in linea con il consensus, con un’incidenza del segmento High Value uguale o superiore all’83 per cento. Il rapporto netdebt/ebitda adjusted ante costi di start-up, infine, è previsto pari a circa 2,3 volte (2,4x il consensus).