Ieri Campari ha diffuso i conti relativi al 2017, che hanno evidenziato un giro d’affari pari a 1.816 milioni, in progresso del 5,2% rispetto all’anno precedente, Ebitda adjusted ed Ebit adjusted saliti rispettivamente dell’8% a 437,6 milioni e del 7,9% a 380,5 milioni e un utile netto più che raddoppiato a 356,4 milioni.
A deludere gli operatori sarebbe l’outlook sul 2018, ritenuto debole. Nonostante il management preveda un andamento positivo dei principali indicatori, stima, che le variazioni di perimetro portino a un impatto negativo di circa 70 milioni sulle vendite e 16 milioni sul risultato della gestione corrente, riflettendo l’ulteriore razionalizzazione del portafoglio marchi e la terminazione di contratti di distribuzione.
In relazione invece ai cambi, il management si attende un impatto negativo di circa 90 milioni sulle vendite nette e di circa 24 milioni sul risultato della gestione corrente, per effetto del progressivo rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro USA.
Sostanzialmente confermate sia le raccomandazioni sia i target price da parte degli analisti, tra cui Mediobanca che indica neutral con prezzo obiettivo a 6,10 euro, Equita con hold a 5,9 euro e Banca Imi con reduce a 5,1 euro.
Banca Akros ha mantenuto neutral ma ha ridotto il prezzo obiettivo a 6,70 euro dal precedente 7,10 euro.
Sulle base dei giudizi raccolti da Bloomberg, si rilevano 7 buy, 11 Hold e 7 sell, con un target price medio sui 12 mesi a 6,32 euro che, al prezzo attuale di 5,88 euro, corrisponde a un upside potenziale del 7,5 per cento.