Chiusura debole per le Borse del Vecchio Continente, penalizzate in parte nel finale anche dal calo delle quotazioni del greggio dopo i dati sulle scorte americane, mentre Wall Street scambia intorno alla parità. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in flessione dello 0,5% a 22.607 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%). I listini americani hanno eroso i guadagni dell’apertura e si avviano a chiudere il mese di febbraio con il peggiore calo in oltre due anni.
Tra le materie prima arretrano nel finale i futures sul petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 62 e 65,3 dollari al barile in calo di quasi due punti percentuali. Il report settimanale dell’Eia ha mostrato un aumento superiore alle attese delle scorte di greggio e un continuo incremento della produzione statunitense.
Sul fronte macro, dopo i dati della mattinata sull’inflazione dell’Eurozona, in calo all’1,2% a febbraio, è stata diffusa nel primo pomeriggio la seconda stima preliminare sul Pil statunitense del quarto trimestre, in crescita come previsto del 2,5% rispetto al +2,6% della rilevazione precedente.
Il tutto all’indomani del primo intervento davanti al Congresso statunitense di Jerome Powell, che si è detto ottimista sull’economia americana e sulla ripresa dell’inflazione, mostrandosi favorevole ad un graduale ma continuo rialzo dei tassi. Parole che hanno rafforzato la convinzione di quattro ritocchi nel 2018, indebolendo i listini americani e riportando il rendimento del T-bond sopra il 2,9 per cento.
Sul Forex il dollaro, sostenuto dalle parole di Powell, è risalito fino a 1,222 nei confronti dell’euro mentre lo yen guadagna terreno fino a 106,6 nei confronti del biglietto verde, dopo che la Bank of Japan ha ridotto gli acquisti di bond sulle scadenze più lunghe. In netto calo la sterlina, a 1,38 dollari e 0,885 nei confronti dell’euro, penalizzata dalle profonde divergenze sul fronte Brexit in attesa che la settimana prossima riprendano le trattative.
Lieve discesa dei rendimenti obbligazionari, con il Btp all’1,97% e separato da un differenziale con l’omologo tedesco in area 131 punti base.
Tra le big cap di Piazza Affari, gli acquisti premiano soprattutto FERRAGAMO (+2,2%) che ha annunciato il termine del mandato dell’amministratore delegato Eraldo Poletto con l’approvazione il prossimo 8 marzo da parte del cda del bilancio 2017.
Bene MEDIASET (+1,4%) grazie anche ai 102 milioni di dividendo da Mediaset Espana, e TELECOM ITALIA (+1,1%) dopo il rinvio al 13 marzo delle trattative per trovare un accordo sugli esuberi. Lievemente positiva LEONARDO (+0,5%), che ha ricevuto un ordine da 120 milioni per 26 elicotteri in Cina.
Ancora sottotono CAMPARI (-3,3%) dopo i conti diffusi ieri e i target giudicati troppo prudenti. Vendite anche su PIRELLI (-2,7%) e BUZZI (-2,1%), male le utilities e i petroliferi SAIPEM (-2,2%), TENARIS (-1,7%) ed ENI (-0,8%).