Moda – Settore sottotono mentre brilla Moncler in scia ai risultati 2017

Lente di ingrandimento puntata sul settore della moda e del lusso, in vista dell’avvio della fashion week parigina e in concomitanza con la chiusura di quella di Milano. L’indice italiano del comparto cede l’1,3%, esattamente in linea con l’Euro Stoxx Personal & Household Goods (-1,3%).

Chiusura debole per le Borse del Vecchio Continente, con Il Ftse Mib archivia le contrattazioni poco mosso (+0,1%), mentre Wall Street ha imboccato la strada del ribasso dopo un avvio incerto, nel giorno della prima testimonianza pubblica nel nuovo ruolo istituzionale di Jerome Powell. Il neopresidente della Fed ha delineato un quadro ottimista sulle previsioni di crescita economica degli Stati Uniti e si è mostrato favorevole ad un graduale incremento dei tassi di interesse, in linea con l’approccio monetario perseguito finora dalla banca centrale americana.

Dopo la pubblicazione a mercati chiusi di lunedì dei risultati relativi all’esercizio 2017, l’attenzione dei mercati si è rivolta alle due Big del comparto: Moncler e Luxottica. Le due società, per l’intera seduta, registrano performance diametralmente opposte.

Brilla tra le società del Ftse Mib il titolo della maison del piumino, che chiude la seduta in progresso dell’1,9%, ben sostenuta dai risultati del 2017, chiusi con un utile netto adjusted di 250 milioni (196 milioni nel 2016) e il risultato della gestione operativa a 340,9 milioni (+14,5%), fattori che hanno permesso a Moncler di registrare in giornata il suo massimo storico in borsa.

In maniera divergente, crolla a Piazza Affari il titolo di Luxottica che perde il 3 per cento. Il mercato ha ritenuto prudente l’outlook del management per il 2018 e letto i risultati del 2017 in linea con le attese in vista della fusione con il gruppo francese Essilor.

Tonica ancora tra le Mid Cap Geox, in rialzo dell’1,9%, che beneficia della pubblicazione di venerdì scorso dei dati del 2017, per la quale si evidenzia un netto miglioramento della gestione operativa, grazie alle azioni di contenimento dei costi. Il tutto si è tradotto in un Ebitda adjusted di 74 milioni, in progresso del 40,2% e superiore del 7% al consensus, e un Ebit adjusted pari a 40,2 milioni (+20,2% rispetto al consensus). L’utile netto, 15,4 milioni, segna poi un importante incremento rispetto ai 2 milioni conseguiti nel 2016.

Cede invece circa mezzo punto percentuale Ovs.

Tra le società a minor capitalizzazione, chiude in rialzo dello 0,8% Safilo Group, dopo le vendite registrate nelle scorse sedute.