Il Ftse Italia Servizi Finanziari chiude con un lieve calo dello 0,2% e sostanzialmente allineato all’omologo europeo (+0,2%), riuscendo a tenere anche grazie alla giornata positiva del comparto bancario (+1%) e uniformandosi al Ftse Mib (+0,1%).
Seduta nel complesso in rialzo per i titoli dell’asset management, grazie anche agli ottimi dati sulla raccolta netta di gennaio 2018 (più che raddoppiata a 9,9 miliardi rispetto all’anno precedente). Si mettono in luce Fineco (+1,1%), Banca Generali (+0,4%) e Banca Mediolanum (+0,5%), il cui cda ha confermato il dividendo unitario di 0,40 euro.
Scatta Poste Italiane (+5,8%) dopo la presentazione del nuovo piano industriale 2018/22, i cui principali target economico/finanziari al 2022 sono: risultato operativo a 1,8 miliardi, utile netto a 1,2 miliardi, Roe al 13% e attività finanziarie in crescita a 581 miliardi. Il dividendo è previsto in aumento del 5% annuo fino al 2020 (0,42 euro a fine 2017), mentre dal 2021 è previsto un pay-out minimo del 60 per cento.
Tiene Exor (+0,1%), sostenuta ancora dalla conferma nei giorni scorsi dei giudizi ‘outperform’ e ‘buy’ da parte di Mediobanca e Kepler Cheuvreux con target price rispettivamente a 59,2 euro e 69 euro.
Nel Mid Cap realizzi su Cerved (-1,3%), con il mercato che è rimasto indifferente ai buoni risultati riportati nel 2017 (utile netto cresciuto del 6,8% a 98,2 milioni rispetto al 2016). Nel mese di giugno 2018, il gruppo prevede di organizzare un secondo Investor Day a Londra e Milano in cui rimarcherà i punti saldi della strategia e illustrerà gli obiettivi economico-finanziari di medio/lungo termine del gruppo.
Tra le Small Cap prosegue il calvario di Banca Intermobiliare (-1%), con gli investitori che restano in attesa che si sblocchi definitivamente la cessione della quota di controllo al fondo inglese Attestor.