Mattinata pesante per le Borse europee, in scia alle perdite registrate da Wall Street e dalle Piazze asiatiche, tra i timori per l’inasprimento delle politiche monetarie e il rischio di una guerra commerciale. Intorno alle 12:15 scambiano in profondo rosso il Ftse Mib di Milano (-2,2%), il Dax di Francoforte (-2,2%), il Cac 40 di Parigi (-1,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,7%) e il Ftse 100 di Londra (-1%).
Nell’intervento di ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha cercato di rassicurare i mercati affermando che l’economia americana non è in fase di surriscaldamento, ma le indicazioni fornite martedì hanno rinvigorito le ipotesi di quattro rialzi dei tassi di interesse nel corso dell’anno, provocando nervosismo tra gli operatori. A rincarare la dose ci ha pensato Dudley, altro membro influente del Fomc dalle posizioni notoriamente ‘dovish’, affermando che quattro ritocchi al costo del denaro saranno necessari quest’anno.
In mattinata si sono aggiunti i commenti del numero uno della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, il quale ha ammesso che nel 2019 potrebbero partire le discussioni su un allentamento della politica monetaria accomodante nel Sol Levante.
A tutto ciò, infine, si è aggiunta la decisione di Trump di imporre dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, a cui il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha replicato affermando che l’UE risponderà fermamente alle nuove tariffe.
Sul fronte macro, frenata delle vendite al dettaglio in Germania mentre il Pil italiano ha confermato la crescita dello 0,3% trimestrale e dell’1,6% annuo nel quarto trimestre.
Intanto il dollaro si distacca dai massimi delle ultime 6 settimane, penalizzato dall’annuncio dei dazi, riportando il cambio con l’euro sopra quota 1,23 mentre si rafforza lo yen rimonta a 105,3 nei confronti del biglietto verde dopo i commenti di Kuroda.
Tra le materie prime resta debole il petrolio, appesantito dai timori legati all’incremento della produzione statunitense, con Wti e Brent rispettivamente a 60,8 e 63,7 dollari al barile. In rialzo l’oro verso i 1.320 dollari l’oncia in scia al deprezzamento del biglietto verde.
Acquisti sull’obbligazionario, con il rendimento del Treasury in calo al 2,8%, mentre in Italia in attesa del voto il Btp decennale scende all’1,91% separato da uno spread con il Bund di 130 punti base.
Tornando a Piazza Affari, si inaspriscono le vendite su FCA (-5,7%) tra l’annuncio dei dazi, i dati negativi sulle immatricolazioni in Italia e Stati Uniti e il rinvio del Cda sul dossier Magneti Marelli.
L’annuncio delle tariffe maggiorate penalizza anche CNH (-4,7%) ed EXOR (-4,7%) scende di riflesso insiem ai titoli della galassia Agnelli.
Resistono le utilities, agevolate dal calo dei rendimenti obbligazionari, oltre a LUXOTTICA dopo gli acquisti di ieri grazie ai via libera per l’integrazione con Essilor. Limita i danni TELECOM ITALIA (-1,2%) in attesa del nuovo piano mentre sarebbe slittata la cessione di Persidera, che verrà spostata in un trust creato da Vivendi. In calo del 2,7% ATLANTIA in attesa dei risultati in pubblicazione oggi.