Mercati – Vendite diffuse in scia a Powell e Trump, Milano chiude a -2,4%

Le Borse europee terminano la seduta odierna con perdite piuttosto pronunciate, mentre gli indici americani hanno in parte ridotto i ribassi dell’apertura ma restano in rosso, intimoriti dall’inasprimento delle politiche monetarie e dal rischio di una guerra commerciale. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo del 2,4% a 21.912 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-2,3%), il Cac 40 di Parigi (-2,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2%) mentre il Ftse 100 di Londra chiude a -1,5 per cento.

A poco sono servite le rassicurazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, che ieri nella sua seconda apparizione davanti al Congresso Usa ha affermato che l’economia statunitense non è in fase di surriscaldamento. I mercati sembrano ormai innervositi dalla prospettiva di quattro rialzi dei tassi nel 2018, un’ipotesi confermata da Dudley, altro membro influente del Fomc, secondo cui quattro interventi sul costo del denaro saranno necessari o prevedibili nel corso dell’anno.

A ciò si è aggiunta l’intenzione di Trump di imporre dazi su alluminio e acciaio per proteggere l’industria siderurgica americana. Un annuncio a cui il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha replicato affermando che l’UE risponderà fermamente alle nuove tariffe.

Sul Forex il dollaro si distacca dai massimi delle ultime 6 settimane, penalizzato dall’annuncio dei dazi, riportando il cambio con l’euro sopra quota 1,23 mentre si rafforza lo yen a 105,5 nei confronti del biglietto verde, dopo i commenti del numero uno della BoJ Kuroda su un possibile allentamento della politica monetaria nel 2019.

Tra le materie prime tenta un timido rimbalzo il petrolio, ancora parzialmente frenato dai timori legati all’incremento della produzione statunitense, con Wti e Brent rispettivamente a 61,2 e 64,2 dollari al barile. In rialzo l’oro oltre i 1.320 dollari l’oncia, in scia al deprezzamento del biglietto verde.

Sull’obbligazionario il Btp decennale risale all’1,96% separato da uno spread con il Bund di 131 punti base, mentre negli Usa il rendimento del Treasury torna al 2,86 per cento.

Tornando a Piazza Affari, le vendite investono FCA (-5,7%) tra l’annuncio dei dazi, i dati negativi sulle immatricolazioni in Italia e Stati Uniti e il rinvio del cda sul dossier Magneti Marelli.

L’intenzione di Trump di introdurre tariffe maggiorate penalizza anche CNH (-4,7%), mentre EXOR (-6,1%) chiude in fondo al Ftse Mib. In calo anche FERRAGAMO (-4,5%) e FERRARI (-3,7%).

Limitano i danni LUXOTTICA (-0,6%), ancora sostenuta dai via libera per l’integrazione con Essilor,  e MONCLER (-0,2%), su cui Deutsche Bank ha rafforzato il giudizio positivo alzando il target price a 33 euro dai precedenti 27,20 euro.

Recupera terreno ma termina negativa ATLANTIA (-1,4%), nonostante i risultati migliori delle attese nel quarto trimestre 2017, dopo l’annuncio dell’ingresso in Getlink con il 15,49% del capitale per 1,056 miliardi.