ll Ftse Italia Banche termina l’ottava con un ribasso dell’1,7% e tenendo meglio dell’analogo europeo (-2,8%), ma frenando il Ftse Mib (-3,4%).
Periodo di riflessione, dunque, per il comparto bancario nella settimana che ha portato alle elezioni del prossimo 4 marzo. Gli investitori sono restati in una posizione attendista. In merito al settore creditizio, il mercato rimane in attesa della versione definitiva dei provvedimenti sia della Commissione Europea sia della Bce per la gestione dei crediti deteriorati.
Nell’ottava sono circolate indiscrezioni su una possibile ulteriore proroga per un altro anno delle garanzie pubbliche concesse dallo Stato (Gacs) sui titoli emessi nell’ambito di una cartolarizzazione degli npl, rispetto all’attuale scadenza fissata per il prossimo 6 settembre. La notizia sarebbe molto positiva dato che diverse istituti hanno manifestato l’intenzione di farne richiesta nell’ambito delle prossime dismissioni di sofferenze. Inoltre, il Tesoro starebbe considerando l’eventualità di estenderne l’utilizzo anche agli unlikely to pay.
Nel listino principale riesce a tenere botta Bper (+0,5%), beneficiando dell’avvio del processo di cartolarizzazione un pacchetto di crediti deteriorati da 2 miliardi.
Unicredit (-1%) contiene le perdite, grazie anche alla conferma del ‘buy’ da parte della banca d’investimento inglese con target price a 21 euro.
Tiene Mps (-0,1%), con il capo della segreteria tecnica del Mef Fabrizio Pagani che ha affermato che la banca toscana potrebbe avere un ruolo nel consolidamento bancario italiano, ma nell’immediato non ci sono aggregazioni in cantiere con altri istituti. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha ribadito che lo Stato rimarrà per alcuni anni nel capitale, perlomeno fino a quando la banca tornerà ad essere profittevole.
Nel Mid Cap le vendite colpiscono sia Popolare di Sondrio (-4,7%) che attende il pronunciamento della Consulta sulla riforma delle popolari, sia Credem (-2,7%) che mira ad aumentare la propria quota di mercato nel private banking.
Tra le Small Cap gli acquisti premiano Carige (+2,5%), con il neo azionista Raffaele Mincione che starebbe studiando delle mosse alternative per vedere accolta la propria richiesta di entrare nel board.
Cede Creval (-2,6%), a più di dieci giorni dall’avvio dell’aumento di capitale che terminerà il prossimo 8 marzo. In merito all’operazione, il consorzio di garanzia che cura l’operazione non sarebbe preoccupato dall’incertezza legata all’esito delle elezioni. Lo scorso venerdì si è chiusa la negoziazione dei diritti di opzione, il cui prezzo ha subito forti oscillazione nel corso delle contrattazioni, conclusesi con il crollo finale.