Il prossimo giovedì si chiuderà l’aumento di capitale da 700 milioni di Creval. Lo scorso venerdì è stato l’ultimo giorno per acquistare i diritti di opzione legati all’operazione (crollati del 93% a 0,3 euro). Nella mattinata odierna intorno alle 10:45 il titolo arretra dello 0,4% a 0,1006 euro, facendo molto meglio dell’indice di settore che cede il 2,6%, dopo il risultato delle elezioni.
Secondo gli ultimi rumor di stampa, i principali protagonisti dell’operazione saranno una quindicina di grandi fondi internazionali (soprattutto americani e britannici), tra cui vi sarebbero colossi come BlackRock, Wellington e Fidelity. Più defilata la posizione di quelli italiani (tra cui si fa il nome di Kairos) ed europei.
Si ricorda che l’imprenditore francese Denis Dumont (socio con il 5,12%) parteciperà pro-quota all’operazione e che il fondo Hosking Partner da fine gennaio detiene il 5,0057 per cento.
Lo scenario che sembra delinearsi post aumento, dunque, è quello della formazione di una public company, con i grandi fondi internazionali (con quote comprese tra il 2% e il 3% ciascuno) che arriverebbero a possedere tra il 60/70% del capitale. L’azionariato retail, che deteneva una quota di circa il 65% prima dell’aumento, vedrebbe quasi completamente azzerato il proprio peso.
Gli investitori istituzionali, quindi, hanno trovato credibile il piano di rilancio predisposto dal management e si ritroveranno in portafoglio una banca ripulita e potenzialmente aggregabile con altri istituti.
Un quadro più chiaro si delineerà entro il prossimo giovedì, ultimo giorno utile per esercitare i diritti acquistati (che danno diritto a sottoscrivere 631 nuove azioni al prezzo di 0,1 euro ogni vecchia posseduta).