Negativo nell’arco delle cinque sedute l’indice italiano del settore dei Media (-3,8%) che, nella settimana a cavallo tra febbraio e marzo, sottoperforma sia l’andamento del Ftse Mib (-3,4%) sia il corrispondente indice europeo di riferimento, l’Euro Stoxx Media, in calo del 3,1 per cento.
Sull’indice europeo hanno pesato i crolli registrati nella seduta di giovedì di Publicis Groupe e della britannica WPP, numero uno al mondo del settore, che ha chiuso il 2017 con ricavi netti su base omogenea in calo dello 0,9% e una previsione sull’outlook 2018 con fatturato sostanzialmente in linea con quello dell’anno scorso.
Settore mosso nel vecchio continente dai rumors secondo cui Comcast, operatore via cavo statunitense, ha avanzato un’offerta da 22,1 miliardi di sterline per acquisire l’emittente britannica Sky. In settimana la stessa Sky avrebbe stretto una partnership con Netflix.
Retrocede del 2% Mediaset. Rinviata al prossimo 23 Ottobre l’udienza con Vivendi per la questione Premium. Il titolo è stato mosso dalla pubblicazione dei dati della controllata spagnola Mediaset Espana, che ha chiuso il 2017 con il miglioramento la gestione operativa, che ha registrato un Ebitda adjusted di 262,2 milioni, in aumento dell’8,8% e un Ebit adjusted di 245,3 milioni, salito del 9,3% rispetto all’esercizio precedente.
In rosso le tre Mid del settore, con Mondadori a -6,6% e Cairo Communication a -7,2%, pronte a passare al comparto Small Cap il prossimo 19 marzo.
Prevale il segno negativo anche sulle società a minor capitalizzazione, dove solo Il Sole 24Ore segna un rialzo del 2%, dopo i sostanziosi acquisti registrati martedì.
Invariata Class Editori, che in settimana ha comunicato di aver venduto a Star TIP, società interamente controllata da Tamburi Investment Partners, che riunisce tutte le partecipazioni di società attive nel digitale e nell’innovazione, l’11,43% di Telesia, al prezzo di circa 1,5 milioni.
Cala del 5,9% anche Mondo Tv, nonostante i buoni risultati ottenuti nel 2017, comunicati nei dati preliminari di bilancio, per la quale si evidenziano l’aumento del 17% del valore della produzione e il miglioramento della gestione operativa, con un Ebitda salito del 32% e l’Ebit a +34% rispetto al 2016.