Piazza Affari prosegue in territorio negativo, in controtendenza rispetto alle altre Borse europee, ma riduce le perdite dell’apertura all’indomani delle elezioni politiche.
Poco dopo mezzogiorno il Ftse Mib cede lo 0,6% mentre fra gli altri listini spicca il +0,9% del Dax di Francoforte, dopo l’approvazione dei socialdemocratici alla grande coalizione con la Cdu tedesca di Angela Merkel. Scambiano in territorio lievemente positivo il Ftse 100 di Londra (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,45%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%).
Le conseguenze del voto si ripercuotono in parte sul mercato obbligazionario, dove lo spread Btp-Bund viaggia in rialzo di 7 punti base a 137 bp (dopo aver toccato quota 142 bp), con il rendimento del Btp poco sopra al 2 per cento.
Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica l’attenzione si è concentrata sugli indici Pmi servizi e composito di Europa, Cina e Giappone, che a febbraio continuano a segnalare crescita economica seppure in rallentamento, mentre nel pomeriggio sono attesi dati analoghi negli Stati Uniti.
Sul Forex l’euro/dollaro si mantiene lievemente sopra quota 1,23 e il dollaro/yen è poco mosso in area 105,6, in prossimità dei minimi da ottobre 2016. Gli operatori continuano a interrogarsi sulle conseguenze dei dazi annunciati da Trump, su cui lo stesso presidente dovrebbe fornire maggiori dettagli nei prossimi giorni. Possibili spunti in settimana giungeranno dal Beige Book statunitense e soprattutto dalla riunione della Bce che si concluderà giovedì.
Tra le materie prime l’oro avanza leggermente (+0,3%) a 1.326 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del petrolio guadagnano circa mezzo punto percentuale con Wti e Brent rispettivamente a 61,7 e 64,6 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, crolla MEDIASET (-6,6%) appesantita dal voto che ha indebolito la figura di Berlusconi, il che potrebbe avere conseguenze nella disputa con Vivendi. Male anche le banche, in particolare BPER (-6,1%), BANCO BPM (-4,8%) e UBI (-3,6%), penalizzate dall’incertezza politica in vista delle operazioni di riassetto, in particolare per quanto riguarda il percorso di riduzione degli npl.
Tra i petroliferi SAIPEM lascia sul terreno l’1,3% in attesa dei risultati 2017, mentre entro 3 settimane verrà pubblicata una situazione economico-patrimoniale pro forma consolidata al 31 dicembre 2016 che tenga conto dei rilievi formulati della Consob lo scorso 2 marzo. Scambiano intorno alla parità FCA (-0,1%) e TELECOM ITALIA (+0,3%). Acquisti su TENARIS (+1,7%), ancora sostenuta dall’annuncio dei dazi, oltre a MONCLER (+1,6%), STM (+1,2%) ed EXOR (+1%).