ll Ftse Italia Banche avvia l’ottava con un ribasso del 2,6% e sotto-performando di due punti percentuali l’analogo europeo (-0,6%), rallentando il Ftse Mib (-0,4%).
Il comparto bancario è stato penalizzato dall’incertezza generata dall’esito delle elezioni di ieri, che hanno visto il prevalere dei movimenti populisti, con equilibri che di fatto determinano una situazione di incertezza. Incertezza sia sugli sviluppi per la formazione del governo sia sulle posizioni che prevarranno riguardo alle tematiche inerenti agli istituti di credito, legati al doppio filo alle decisioni della Bce.
Nel listino principali le vendite si sono concentrate tutti i titoli, soprattutto sugli istituti che stanno per completare il proprio riassetto, in particolare per quanto riguarda il percorso di riduzione degli npl. La sola Intesa Sanpaolo riesce a limitare le perdite sotto l’1,5%, grazie anche al fatto di essere percepita tra le banche più solide del sistema bancario italiano ed europeo.
Nel Mid Cap Popolare di Sondrio (-1,3%) riesce a contenere le perdite nell’intorno dell’1% in attesa de pronunciamento della Consulta sulla riforma delle popolari, mentre Credem (+1,1%) chiude controcorrente beneficiano dell’aumento del Cet1 dal 13,32% al 13,69% dopo che la Bce, lo scorso 1° marzo, ha dato il via libera a non dedurre dal calcolo dei propri coefficienti patrimoniali la partecipazione al 100% in Credemvita.
Moderato calo per Creval (-0,7%), il cui aumento di capitale da 700 milioni si chiuderà il prossimo 8 marzo. Secondo gli ultimi rumor, l’operazione sembra avere raccolto i favori di una quindicina di grandi fondi internazionali, in particolare americani e britannici.
Chiude in territorio positivo Banco Desio (+0,5%), che procederà alla dismissione d un consistente portafoglio di crediti problematici entro il primo semestre 2018 tramite il ricorso alle garanzie pubbliche (Gacs).