Credem – Gregori: valutiamo aggregazioni con il giusto partner

Qualora si presentasse un’occasione, Credem si farebbe trovare pronta per un’eventuale aggregazione, anche se al momento non è un’urgenza impellente.

È quanto ha sottolineato in un’intervista Nazzareno Gregori, direttore generale della banca emiliana, aggiungendo che  “un’eventuale aggregazione deve produrre un effetto serio in termini dimensionali. Di sicuro non guardiamo a una banca più grande di noi o con grandi esposizioni a crediti deteriorati”. Secondo il manager, sarà il 2019 l’anno in cui si concentrerà il consolidamento del settore bancario italiano.

L’istituto dispone di un Cet1 nettamente superiore rispetto ai requisiti minimi richiesti dalla Bce (13,6% vs 7,4%), per cui, afferma Gregori “Vogliamo essere pronti a qualsiasi evenienza, ma anche a continuare a pagare i nostri azionisti. Abbiamo sempre assicurato un dividendo ai nostri soci, e la proposta del Cda è di aumentare quello in pagamento nel 2018”.

Riguardo alla possibile acquisizione di una banca in difficoltà, il manager nell’intervista ha fatto presente che “Se ci fosse una banca in emergenza, e solo qualora ci fossero le condizioni giuste, potremmo prendere in esame il dossier. Certo questa non è la nostra prima opzione”.

In merito ai potenziali target, Gregori ha precisato di non essere interessato né a Carige né a Creval e che su Popolare Sondrio pende ancora la trasformazione in spa, mentre per quanto riguarda Banco Desio il dg ha affermato che “ci sono tante analogie e abbiamo un ottimo rapporto. Per noi non sarebbe un game changer, ma nel caso potrebbe avere un senso, benché non ci sia alcun dossier aperto. Qualora volessero aprirsi al mercato, saremmo aperti al dialogo. Nessuna forzatura, insomma”.

In riferimento agli obiettivi per il 2018, Gregori ha fatto presente che il gruppo punta ad aumentare gli impieghi di altri 500 milioni sul 2017 e il margine di interesse intorno al 3,5% grazie ai volumi. Per farlo, puntualizza il manager “cercheremo nuova clientela puntando su credito al consumo e small buiness. Anche il segmento della gestione del risparmio sarà decisivo: prevediamo di incrementare le masse di 2,5-3 miliardi”.

Riguardo all’Npe ratio, attualmente pari al 5,2% e tra i più bassi del panorama bancario italiano, Gregori ha fatto presente che “Vogliamo migliorare ancora. Ci potranno essere operazioni di alleggerimento, con un Npe ratio in discesa anche sotto al 5%, anche se tutto dipenderà da utile e impieghi. In ogni caso, prevediamo di avere un costo del credito attorno a 30-35 punti base”.

Intorno alle 10:00 le azioni guadagnano lo 0,8% a 7,32 euro, mentre l’indice di settore viaggia sulla parità.