Si alza il tono dello scontro per il controllo di Carige. Secondo alcune indiscrezioni finanziarie, Raffaele Mincione si appresterebbe a chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria per la revoca del cda e la nomina di un nuovo board dopo che la sua richiesta di venire rappresentato nell’organo di guida della banca è stata rifiutata.
Mincione è entrato nel capitale di Carige con una quota del 5,428% attraverso la finanziaria The Capital Investment Trust. Una percentuale superiore al 5% di capitale necessario per richiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria, nella quale potrebbe mettere ai voti degli azionisti la sua richiesta. Formalmente l’attuale board, che è in gran parte espressione dell’attuale azionista di maggioranza e vice presidente, Vittorio Malacalza, ha dichiarato l’insussistenza dei presupposti per accogliere la richiesta, in quanto il board è completo e scade nel 2019.
Intanto in Borsa il titolo beneficia della battaglia. Questa mattina, poco prima delle ore 12:00, le azioni evidenziano un progresso del 2,3% a 0,0087 euro. Una quotazione in recupero ma ancora lontana dal prezzo dell’aumento di capitale.
Secondo i rumor, entrambi gli schieramenti sarebbero interessati ad arrotondare le posizioni. Il gruppo Malacalza potrebbe portare la propria partecipazione dal 20,6% al 28% a cui è stata autorizzata dalla Bce, mentre Mincione potrebbe salire dall’attuale 5,4% al 9,9% senza necessità di un’autorizzazione da parte di Bankitalia.
In ogni caso la vicenda è strettamente monitorata dalla Consob, ma anche dalla Bce. L’organo di controllo di Francoforte, infatti, sta tenendo sotto controllo Carige non solo dal punto di vista del rispetto dei ratio patrimoniali e della messa a punto delle azioni che riportino equilibrio economico nella dinamica di costi e ricavi, ma anche dal punto di vista della governance. In passato, ha addirittura sollevato rilievi sul funzionamento del consiglio di amministrazione e sui requisiti di professionalità di alcuni consiglieri.