Il Cda di Equita Group ha approvato il progetto di bilancio 2017 che, a livello consolidato, chiude con un utile netto passato dagli 8,8 milioni del 2016 a 11 milioni (+25%) sia per l’incremento dell’utile derivante dalle attività ordinarie, sia per la minor incidenza delle imposte scesa dal 33,6% al 27,9% per effetto dell’eliminazione dell’addizionale Ires su EquitaSim e dei benefici derivanti dall’Ace.
A livello di singole aree di business, i ricavi del sales& trading, al netto delle commissioni passive e degli interessi, sono passati dai 24,4 milioni del 2016 a 20,8 milioni nel 2017 (-14,8%), riduzione determinata principalmente dall’introduzione della MiFID 2 e in parte dai bassi livelli di volatilità del mercato italiano.
I ricavi della linea proprietary trading, al netto delle commissioni passive e degli interessi, sono passati da 6,2 a 9,7 milioni, con un aumento del 56,5% per effetto sia dell’incremento della parte direzionale sia per lo sviluppo dei ricavi “client driven”, che continua a rappresentare una solida base (circa il 45% dei ricavi della linea di business).
L’investmentbanking ha prodotto ricavi passati da 15,9 a 20,2 milioni (+27%) principalmente per l’incremento del numero e del controvalore delle operazioni di finanza straordinaria realizzate, favorito dal positivo andamento dei mercati finanziari.
I ricavi della linea alternative asset management sono cresciuti del 52,4%, da 2,1 a 3,2 milioni, grazie ai maggiori asset gestiti sia dal fondo di Private Debt sia dalle gestioni patrimoniali in delega. Gli Asset under Management ammontano a fine 2017 a 654 milioni, rispetto ai 358 milioni di fine 2016 (+82,7%).
La strategia di diversificazione dei ricavi ha consentito sia di assorbire la contrazione registrata dalla linea di business sales & trading, il cui peso percentuale sul totale dei ricavi è sceso dal 50% al 39%, sia di rafforzare la presenza della Società nelle attività di investmentbanking, con un peso relativo sui ricavi sostanzialmente pari a quello del sales& trading, e di alternative asset management, le due aree al centro della strategia di crescita del gruppo.
Il margine di intermediazione è pertanto salito dell’11,1%, dai 48,5 milioni del 2016 a 53,9 milioni. Le spese del personale e le altre spese amministrative hanno mantenuto un’incidenza pressoché stabile sul totale dei ricavi netti, per cui il risultato lordo dell’attività ordinaria è cresciuto del 14,9%, da 13,4 a 15,4 milioni.
Sul fronte patrimoniale, il patrimonio netto si fissa a 79 milioni, mentre il Total capital ratio è pari al 29 per cento. Verrà proposta all’assemblea la distribuzione di un dividendo 0,22 euro per azione, con un pay out ratio del 90%, che corrisponde a un dividendyield del 7,2 per cento.
E’ stato avviato il progetto per il passaggio al segmento Star di Borsa Italiana, con l’obiettivo di portarlo a compimento entro l’anno.